Nel mondo delle fiabe alla scoperta del Bosco del Sasseto

Bosco del Sasseto (foto Percorsi Etruschi)
Se si volesse portare i propri figli a passeggio nel bosco delle fiabe, è qui che si dovrebbe venire. In questo luogo magico da esplorare con lo sguardo rivolto verso...

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Se si volesse portare i propri figli a passeggio nel bosco delle fiabe, è qui che si dovrebbe venire. In questo luogo magico da esplorare con lo sguardo rivolto verso l’alto e uno specchietto a portata di mano, per non perdere le infinite sfumature di colore delle foglie che popolano i suoi alberi secolari. Siamo all’interno della millenaria foresta del Sasseto ai piedi del Castello di Torre Alfina, un antico maniero vicino Acquapendente, un comune del Lazio al confine con l’Umbria. Basta varcare la soglia dell’ingresso di questa riserva vergine, per intuire subito l’unicità di un posto straordinario, potente e ancestrale, fatto di radici che si aggrovigliano intorno a giganti massi vulcanici e fitte coltri di nebbia che avvolgono muschi verdi o felci adagiati sulle rocce. 

Tra aceri, tigli, lecci, agrifogli, carpini e querce, questo bosco relittuale di non più di 50 ettari di estensione è rimasto intatto da millenni, nonostante sia stato scelto come location per girare le scene di diversi film, a partire da “Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone. Al suo interno si susseguono alberi giganti dalla circonferenza impressionante, così nodosi e contorti da sembrare streghe immobilizzate da un incantesimo remoto. Ancora, la fitta e intricata vegetazione attraversata da eleganti sentieri, fa assomigliare questo polmone verde ad un luogo fatato. Ecco che allora vale la pena regalarsi l’escursione a pochi chilometri da Viterbo, e conoscere l’ancestrale foresta di proprietà privata, ma liberamente accessibile al pubblico, senza orari o biglietti da pagare. 

Una rete di sentieri costruita alla fine dell'Ottocento dal Conte Edoardo Cahen, Marchese di Torre Alfina, allora proprietario del castello e della terra circostante, conduce agli alberi più suggestivi e agli scorci più significativi. La passeggiata può durare un paio di ore, come una giornata intera: si tratta di un'immersione in un mondo selvaggio, dove occorre prestare attenzione. I percorsi non sono segnalati e solo alcuni sono rintracciabili. Può infatti accadere che dopo pochi passi ci si perda tra i sassi e la vegetazione. Al momento non esiste neppure una mappa che aiuti l'escursionista ad orientarsi. Per questo l’ideale è rivolgersi alle associazioni locali che organizzano le passeggiate (http://www.percorsietruschi.it/itinerari/visite-guidate/bosco-monumentale-del-sasseto/; http://laperegina.it/turismo/bosco-monumentale-del-sasseto/). 


Biforcazioni, ponticelli, terrazzine e anfiteatri naturali rendono l’esperienza ancora più emozionante. All'interno del bosco, poi, si erge un mausoleo neogotico dove vengono conservate le spoglie del Conte Cahen, un sito interessante da visitare. Così totalmente isolato, il Sasseto è un vero santuario verde da esplorare con rispetto e con amore. Accedere al bosco è facile: lasciata l'auto al grande parcheggio pubblico di Torre Alfina, si segue la strada principale fino ai giardini pubblici e, da lì, si inizia a scendere. Fatti pochi passi si presenta il primo bivio: a destra si prende un percorso panoramico, a sinistra si opta per un accesso più diretto, ma altrettanto suggestivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero