Natura, arte e storia: i gioielli segreti della Tuscia fra Vignanello, Montalto di Castro e Castiglione in Teverina

Castello Ruspoli a Vignanello
Fra i tesori nascosti del Lazio ci sono borghi della Tuscia che hanno ancora tanto da svelare, specialmente per chi vuole trovare un’alternativa estiva alle classiche...

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Fra i tesori nascosti del Lazio ci sono borghi della Tuscia che hanno ancora tanto da svelare, specialmente per chi vuole trovare un’alternativa estiva alle classiche vacanze al mare, prediligendo invece un’immersione fra storia, natura e tradizioni enogastronomiche autentiche. Oggi vi portiamo alla scoperta di Castello Ruspoli a Vignanello, nel cuore dei Monti Cimini, le cui lontane origini sembrano risalire addirittura ad una costruzione ad opera di monaci benedettini nell’Alto Medioevo. Le prime informazioni certe sul castello si hanno però dal 1538, con interventi di miglioramento voluti da Sforza Marescotti, primo conte di Vignanello e marito di Ortensia Farnese. Il Castello deve la sua eccellenza e unicità al giardino all’italiana annoverato fra i più belli d’Europa e voluto nel Seicento da Ottavia Orsini, figlia di Vicino Orsini, creatore del Bosco Sacro di Bomarzo. Il parterre, completato a inizio del Settecento, è un trionfo do siepi di bosso, alloro, lauroceraso, viburno tino e mirto: in questo giardino trovò ispirazione anche il grande compositore tedesco Georg Friedrich Haendel. E’ bene ricordare il significato profondo del giardino all’italiana: questo particolare genere di giardino, infatti, origina nel XV secolo come parte integrante ed estensione della casa vera e propria. 

 


É caratterizzato dalla geometria dei tracciati e delle aiuole, dal grande uso di sempreverdi, siepi potate in maniera regolare e presenza di statue e fontane, spesso cariche di una simbologia che riporta al percorso iniziatico attraverso il labirinto. Da Vignanello ci spostiamo verso Montalto di Castro. E’ l’occasione per parlare con Daniela Corti, event planner creatrice del progetto Undiscovered Italy Tours, che ci spiega perché la Tuscia sta diventando sempre più wedding destination a livello internazionale: <>. Non a caso sono tantissime le coppie americane, giapponesi, australiane, nordeuropee che, a parte la pausa forzata dovuta alla pandemia Covid, scelgono di organizzare le nozze o la luna di miele in questa zona dell’Alto Lazio. Il nostro itinerario prosegue verso Montalto di Castro, con una tappa a Palazzo Guglielmotti (del XV secolo), per poi dirigerci alla volta delle antiche Scuderie Odescalchi nei pressi di Bracciano e spingerci verso il confine con l’Umbria, nei pressi di Vaiano, frazione di Castiglione in Teverina. Su queste colline, tripudio di vigneti e campi di girasole, sorge Villa Tirrena, originatasi da un insediamento del Cinquecento e oggi wine resort dove hanno alloggiato divi hollywoodiani del calibro di Tom Cruise e Nicole Kidman, è il “regno” di Paolo e Noemia d’Amico ed è immersa nel paesaggio straordinario dei calanchi argillosi, patrimonio Unesco. La Villa è nota per le sue cantine-salotto di vini biologici, ma anche per il giardino dinamico (teatro di molti matrimoni british-style) dove in simbiosi con le siepi di lavanda, le piante di limone, gli archi di gelsomino e i cespugli di rose sono state installate opere di artisti contemporanei (statunitensi, brasiliani, italiani) con una “chicca” assoluta per intenditori: l’unica scultura realizzata da Bansky, acquista da Sotheby’s a Londra, rappresentante un topolino, uno dei soggetti più amati dal misterioso writer e street artist inglese.
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Il Messaggero