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“Ecco Nemi! Gelato entro una conca di poggetti selvosi, egli non teme il furiar dei nembi”, scriveva il poeta inglese George Gordon Byron nel suo Pellegrinaggio del giovane Aroldo. Lord Byron, turista ante-litteram, aveva già colto il fascino del borgo di Nemi, uno dei più suggestivi dei Castelli Romani, arroccato a 520 metri di altitudine sul piccolo lago vulcanico omonimo. Fino al 31 gennaio Nemi accoglie la kermesse Presepi nel Borgo, che ha come fulcro la Chiesa parrocchiale Santuario del Crocifisso. Anche i vicoli della parte più antica del paese, qua e là, sono costellati da presepi en plein air.
L’atmosfera natalizia pervade le botteghe e le norcinerie locali, e la piazzetta panoramica che affaccia sul lago, nel weekend, è animata dalla musica degli zampognari. Una visita a Nemi coniuga la possibilità di scoprire le bellezze artistiche del luogo, prevalentemente di impronta seicentesca, come Palazzo Ruspoli o la chiesa di Santa Maria del Pozzo, con la possibilità di degustare le eccellenze del territorio. Si va dalle salsicce cotte sulla pietra lavica alle fragoline per cui Nemi è famosa (che, coltivate durante l’inverno nelle serre, sono sempre disponibili) declinate in tutti i modi più golosi: dal tiramisù, al sorbetto, dalla confettura alla grappa.
Il punto più alto del paese, e anche il più assolato e meno affollato, è Belvedere Ceyrat, anche se la gran parte dei visitatori che fanno rotta su Nemi si concentra sulla Terrazza degli Innamorati, per ammirare il panorama del lago e dei boschi circostanti e scattare il selfie di rito.
Nell’Orto Botanico, nell’ambito del programma di integrazione sociale, promozione culturale e tutela ambientale Natural_Mente, si possono ammirare installazioni che si ispirano all’arte povera e allo stile country e richiamano i temi del Natale, dal presepio a Santa Claus. Addentrandosi verso il borgo vecchio, si risale dai vicoli fino all’imponente Palazzo Sforza Cesarini, che domina il paese dall’alto ed è affiancato dall’omonimo giardino storico ottocentesco. Fu proprio l’aristocratica famiglia Sforza Cesarini, nel Seicento, a trasformare l'aspetto urbanistico dell’abitato, erigendo il Palazzo e il Giardino romantico. Anche Genzano è stato, dalla metà del XVIII secolo fino alla metà del XIX, una delle mete più amate del Grand Tour tra Roma e Napoli che attirò nei Castelli Romani artisti e viaggiatori da tutta Europa: in questo borgo transitarono per esempio Goethe, William Turner, John Keats e Ludwing Richter.
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