Dagli strumenti di umiliazione psicologica e corporale inflitti agli studenti somari nel medioevo ai dispositivi di tortura escogitati per estorcere l’ammissione di colpa...
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Come l’asinello di legno con borchie di ferro affilate su cui il bimbo birichino doveva montare. Il tutto, davanti ai compagni di classe che lo schernivano e con il volto nascosto da un cappuccio con orecchie lunghissime. O come le maschere dell’infamia, in ferro, dalle forme fantasiose e inquietanti, pensate per compromettere la possibilità di mangiare e quindi fare morire di fame le persone.
Ecco solo alcuni dei numerosi oggetti esposti al Museo della Tortura e della Pena di Morte di San Gimignano. Che sono stati raccolti non per gusto del macabro, ma per educare alla tolleranza e contribuire alla formazione di una coscienza solidale e al rispetto del credo e delle opinioni diverse dalla propria. Ve lo raccontiamo nel nostro video servizio.
Museo della Tortura e Museo della Pena di Morte
Via San Giovanni 125 e 82
San Gimignano
Info: +39 0577 940526 Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero