Vipere, fulmini e temporali, scivoloni e perdita dell'orientamento. Sono tanti i pericoli dietro l'angolo quando si affrontano escursioni in montagna, sempre più...
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Messi al riparo piedi e gambe fino al ginocchio, si può anche partire in calzoncini e t-shirt, ma nello zaino mettere sempre giacca a vento e maglione per proteggerci dagli improvvisi cambi di temperatura e dal vento che in quota c'è sempre. Sulla testa cappello e poi occhiali da sole. Nello zaino non possono mancare acqua e viveri (preferibilmente dolci); per non perderci (e per essere in grado di fornire la posizione esatta in caso di incidente) altimetro, barometro, bussola e mappa; un kit base di autosoccorso (lozione per punture di insetti, acqua ossigenata e garze); il cellulare sempre acceso e carico per chiamare il 118 se necessario
L'escursione va sempre preparata con cura, ed ecco come: si programma il giorno prima consultando i bollettini del tempo, «noi ne facciamo uno dedicato proprio alla montagna consultabile su www.meteomont.org», sottolinea Romeo. Se sono previsti temporali, meglio evitare escursioni. «Questa stagione promette bene per i temporali, ce ne sono stati e ne arriveranno altri con forte attività elettrica, cioè fulmini», annuncia il vice questore del Corpo Forestale. Anche se le previsioni sono buone, ricordare che in montagna sono tipici i temporali improvvisi, quindi vale sempre la regola fondamentale: osservare. Se si alza il vento, se sono in arrivo nubi o foschia, meglio tornare indietro o avvicinarsi a un rifugio. Nella pianificazione dell'escursione, quindi, bisogna sempre prevedere rifugi e ricoveri lungo l'itinerario.
Osservare il barometro: se la pressione diminuisce rapidamente significa che il tempo sta peggiorando. E osservare anche il terreno le cui condizioni possono cambiare tra pendenze e caduta massi. Comunque, non allontanarsi mai dal sentiero. Seguire sempre la cosiddetta «regola del 3x3»: controllare tre aspetti (condizioni di salute e dell'attrezzatura proprie e del gruppo, condizioni del meteo e del terreno che percorriamo) in tre momenti diversi (il giorno prima dell'escursione; il giorno dopo, prima di partire.
Infine, in caso di temporale, in montagna il rischio fulmini è sempre più elevato e non è da sottovalutare perché l'uomo è un buon conduttore di elettricità e «2-3 folgorazioni l'anno le abbiamo sempre», ricorda Romeo.
Il Messaggero