Madagascar, paradiso fuori dal tempo: l’arcipelago di Mitsio

Madagascar, paradiso fuori dal tempo: l’arcipelago di Mitsio
Raggiungere le “Canne d’organo”, incontrare mandrie di zebù e osservare i contorni sfumati di piroghe all’orizzonte: l’abbraccio dell’arcipelago di Mitsio lo ricordi...

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Raggiungere le “Canne d’organo”, incontrare mandrie di zebù e osservare i contorni sfumati di piroghe all’orizzonte: l’abbraccio dell’arcipelago di Mitsio lo ricordi a lungo, mentre il cielo festeggia il tuo arrivo con un sole che rende ogni cosa brillante.




C’è l’Africa turistica, ad uso e consumo di viaggiatori mordi e fuggi, e quella che ti conquista e velocemente trova spazio perenne nei tuoi ricordi più cari. Poi c’è il Madagascar, che con le sue atmosfere sembra fuori dal tempo e dallo spazio tanto da rappresentare un continuo richiamo, al tuo ritorno, a ripetere l’esperienza.






Per chi è alla ricerca di spiagge di borotalco ma vuole entrare direttamente in contatto con la vita di tutti i giorni nei villaggi dei pescatori, l’arcipelago di Mitsio è una alternativa perfetta. Basta arrivare aNosy Be e spostarsi in barca alla volta di un mare turchese e godere dei silenzi di un luogo lontano anni luce dalle nostre caotiche città. Qua e là, ecco isole minuscole cariche di sabbia chiara e vegetazione in trionfo e, da lontano, bambini pronti a salutare e volti sorridenti. Altri tratti di terra sono disabitati, ma fermarsi a conoscere le tribù locali è sempre una esperienza che insegna molto.



Si impara sin da subito che la tecnologia ci ha solo complicato la vita e i rapporti veri non conoscono schermi di uno smartphone o di un pc, che ritornando alla campagna si vive meglio e che lo stress è una “invenzione” della moderna società. Per chi sa ancora ringraziare in uno stentato italo-malgascio mettendo in mostra qualche dente in meno, una penna o una caramella sono comunque un tesoro da conservare. Non serve altro, probabilmente.



A Nosy Mitsio e a Grande Mitsio gli insediamenti non sono super popolati, ma le piccole comunità sono ben orgogliose di mostrare i loro piccoli capolavori artigianali o lasciarsi scattare una foto mentre pescano o svolgono i lavori quotidiani. Mentre le donne e le bambine preparano il riso e la farina, le ragazze spalmano sul viso maschere con prodotti naturali contro le scottature. Gli uomini tornano dal mare con il pescato fresco per la sera e i più piccoli corrono spensierati tra le capanne. Ad asciugare, intanto, gli abiti realizzati con le tipiche stoffe africane sembrano farfalle che si tendono al cielo. Siamo sicuri di essere noi quelli ad avere tutto? Forse non ci mancheranno gli accessori all’ultima moda, ma non è retorico dire che abbiamo dimenticato che il segreto della felicità si trova nelle piccole cose.



Intorno ci sono una cinquantina di isole, molte delle quali inesplorate, mentre la più lussuosa è certamente Tsarabanjina, con il resort di Constance proposto in Italia solo da Viaggidea, dove staccare la spina e vivere tra immersioni e relax. Di fronte ci sono gli scogli dei “Quattro fratelli”, un’area carica di fauna marina e perfetta per il birdwatching, senza dimenticare di giungere alle“Canne d’organo”, a sud ovest della Grande Mitsio. Si tratta di curiose formazioni rocciose di basalto nero, incredibilmente levigate dal tempo. C’è, ancora, Nosy Ankarea, che è disabitata e conserva qualche baobab nella sua intricata vegetazione, dove si muovono i camaleonti pantera.Nosy Komba,infine, è probabilmente la più famosa delle isole della zona, casa dei lemuri maki maki, di un boa constrictor abituato più o meno ai turisti e di gigantesche tartarughe.



In pochi chilometri è racchiuso un universo e si possono vivere mille sensazioni diverse in pochi attimi. Quel che è certo è che questo tratto di mondo, incredibilmente, lo sai già non appena lo vedi, lo porterai con te per sempre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero