Lazio da scoprire: tour delle città fantasma

Da Viterbo alla provincia di Rieti, le città abbandonate con una lunga storia
Evocano un certo senso di desolazione ma, nello stesso tempo, l’impressione è di trovarsi in aree dove il tempo si è fermato. Una volta abitate e cariche di voci che si...

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Evocano un certo senso di desolazione ma, nello stesso tempo, l’impressione è di trovarsi in aree dove il tempo si è fermato. Una volta abitate e cariche di voci che si levavano nell’aria a dimostrare la presenza umana, ora molte città del Lazio sono state dimenticate. Il bisogno di lavorare in grandi centri o fenomeni naturalistici di una certa entità, hanno causato l’abbandono e non sono molti coloro che conoscono questi centri spesso facilmente raggiungibili da Roma, anche perché tanti sono quelli che sorgono nella provincia di Viterbo.






Antuni: è in provincia di Rieti evidenziato dal Lago del Turano che è artificiale. Dalla Seconda Guerra Mondiale, dopo che per errore il paese fu bombardato, non è più stato popolato. In effetti, negli anni Novanti si era tentato di riportarne alla luce i resti medievali, ma oggi sono solo i turisti a visitarlo accompagnati da guide.



Norba Antica: nel Parco Archeologico c’è l’insieme di rovine romane e medievali dell’omonima città, un tempo piuttosto nota, anche perché con la Città Eterna, aveva combattuto le Guerre Puniche. Dopo la vittoria di Silla, gli abitanti diedero fuoco all’area e preferirono morire. La sua storia travagliata ha ripreso quota nel Basso Medioevo, fino all’abbandono intorno al XII secolo.



Galeria Antica: poco distante dal borgo di Santa Maria di Galeria è ancora carica di ruderi. In epoca etrusca è stata una zona importante ma dopo il Settecento è stata abbandonata per via delle incursioni saracene e la malaria.



Camerata Vecchia: vicino a Subiaco, oggi è in totale rovina e difficile da raggiungere. Si trova a 1200 metri di altezza e nonostante tutto fino a un secolo e mezzo fa era abitato.



Ninfa: con la sua posizione strategica era nel Medioevo l’unica via di accesso al sud. Oggi restano le rovine della città abbandonata nel Quattrocento.



In provincia di Viterbo



Monterano: sorge nell’omonima Riserva Naturale con le sue rovine affascinanti. Nel Settecento è iniziata la fine di quello che era stato un luogo carico di gloria e ricchezza e piano piano la malaria ha decimato i pochi rimasti. Particolare la fortezza e la fontana con il leone scolpito dal Bernini.



Faleri Novii: non lontano da Civita Castellana, era un tempo un centro etrusco, caduto in dominazione romana. Non è più popolato dal Settecento, dopo le battaglie tra francesi e borbonici. In tempi recenti, però, sono stati riportati alla luce gli antichi resti.



Norchia: anche questo centro abitato è legato agli Etruschi ed è noto per la sua necropoli. Dell’epoca romana restano un castello e le tombe usate nel Medioevo come abitazioni a grotta.



Celleno: città etrusca che è stata occupata dai romani, è stata un importante nodo di comunicazione. Fu, però, un terribile terremoto a fine Seicento a danneggiarla così come le guerre napoleoniche e le epidemie, tanto che poi il centro abitato è stato spostato. Il castello Orsini e le sue chiese, restano ancora oggi un vero patrimonio.



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Il Messaggero