L’ultima domenica di Carnevale (quest'anno il 23 febbraio), il borgo di Castelnuovo a Volturno, sul confine del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ospita...
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Sembra che un rito simile fosse già celebrato venticinque secoli fa, quando l’alta valle del Volturno era contesa tra i Sanniti e le legioni dell’Urbe. Un uomo che indossava un copricapo con le corna partecipava ai “Lupercalia”, le feste dell’antica Roma che si svolgevano alla fine dell'inverno per invocare la protezione delle greggi dai lupi. La rappresentazione di oggi è stata ripresa nel 1986 grazie a un gruppo di appassionati che include il regista Pierluigi Giorgio e il musicista Ernest Carracillo.
Alla luce di riflettori e fiaccole, dopo che la luce del sole ha lasciato le montagne, il Cervo infuriato si scaglia contro gli uomini e le donne del villaggio. Poi la Cerva lo calma, e intreccia con lui una danza d’amore. Quando gli animali si arrabbiano di nuovo il paese viene difeso da Martino, la maschera che simboleggia la forza della comunità. Alla terza ribellione entra in scena il Cacciatore, che imbraccia il fucile e uccide i due animali ribelli.
Il Cacciatore, però, è uno sciamano capace di dare la morte e di restituire la vita. Soffia nelle orecchie del Cervo e della Cerva, questi si rialzano purificati dal male, e tornano verso i boschi. Alla fine, intorno a un enorme falò, ballano le Janare, le streghe, vestite di pelli e campanacci.
La rappresentazione inizia intorno alle 17.30, l’accesso alla piazza è libero. Per raggiungere Castelnuovo a Volturno si può passare dal casello di San Vittore della A1 e da Isernia, per Castel di Sangro o per Atina e il Lago di Cardito.
Per informazioni 338.7788993, 320.3616375, www.uomocervo.org.
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Il Messaggero