L’arrivo della primavera nella già calda Siviglia coincide con l’attesissima “Feria de Abril”. Il termine “feria” in spagnolo significa...
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Terminata la famosa “Semana Santa”, un vero e proprio carnevale si impossessa della capitale dell’Andalusia ma concentra la magia nelle “casetas”, casette fieristiche adibite ad ospitare famiglie e amici e nelle quali poter “disfrutar” (in spagnolo godere) della festa in modalità privata (ma ne esistono anche di pubbliche ad ingresso libero) mangiando tapas e bevendo rebujido. Dentro e appena fuori delle casetas, il ballo diviene l’attività predominante: la sevillana ed il flamenco sono le danze tradizionali del paese, rese ancor più folcloristiche dai costumi che uomini e donne indossano puntualmente. L’abito femminile gitano con le balze a maxi pois è abbinato alle scarpe con il tacco e al il tipico fiore rosso tra i capelli, mentre il “traje de corto”, il completo campestre maschile, si indossa con il cappello di Cordoba. Vestire con gli abiti tradizionali può facilitare l’invito da parte dei locali nelle casetas universitarie e famigliari; offrire qualche drink (rebujito, ovviamente) è un’altra opzione da non sottovalutare.
Gli spagnoli imparano a ballare il flamenco sin da piccoli, ma questo non deve frenare i turisti a improvvisare qualche piccolo passo copiando i professionisti e perché no, facendosi insegnare le basi in corso d’opera.
Bancarelle, zone ludiche e intrattenimenti per i più piccoli pullulano presso la cosiddetta “Calle de Infierno”, zona adiacente alle casetas in cui passeggiare in cerca di uno spuntino o di un souvenir artiginale.
Un festival di luci, questa volta prodotte con fuochi artficiali, chiude la feria dopo 7 giorni di pure gioia e condivisione che dal 1847 non smette di incantare chiunque abbia l’ardore di parteciparvi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero