Ferentillo, duemila anime e quindici mummie

La cripta che custodisce le mummie
In Umbria, tra Spoleto e il Parco Fluviale del Nera, in provincia di Terni, c'è Ferentillo, un paese di quasi duemila anime diviso dal fiume in due borghi, Precetto e...

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In Umbria, tra Spoleto e il Parco Fluviale del Nera, in provincia di Terni, c'è Ferentillo, un paese di quasi duemila anime diviso dal fiume in due borghi, Precetto e Matterella. È nel primo, il più antico, che è possibile visitare un sorprendente Museo delle Mummie allestito nella cripta della chiesa di Santo Stefano (XIII secolo), sulle cui pareti, insieme a un centinaio di teschi allineati sopra un palco di legno, si possono ancora «leggere» affreschi del '400.




Tra le navate scavate nella roccia, teche di vetro racchiudono una quindicina di corpi mummificati: temperatura e umidità costanti e la presenza di una sostanza chimica nel terreno hanno determinato, in oltre due secoli, la crescita di un fungo che, essiccando le cellule umane, ha lasciato intatti i tessuti favorendo l'ottimo stato di conservazione dei cadaveri. Il sottosuolo della cripta, infatti, alla fine del '700, era un luogo di sepoltura comune e quando un editto napoleonico del 1806 ordinò la riesumazione dei corpi per collocarli in cimiteri fuori dalle mura cittadine i frati cappuccini, titolari della parrocchia, scoprirono le mummie e decisero di ripulirle per farle studiare da esperti.



Ancora oggi si possono vedere lineamenti del viso, le orecchie, i capelli rimasti attaccati al capo, i denti e la pelle che ricopre le ossa. Secondo una leggenda, la terra con la quale si tumulavano i morti venne portata a Ferentillo dalla Terra Santa. A ogni corpo mummificato corrisponde una storia: c'è un soldato di Napoleone morto impiccato, ci sono due sposini cinesi giunti a Ferentillo non si sa come, una mamma morta di parto con il suo neonato, una contadina col vestito ancora intatto, l'avvocato del paese morto ammazzato e un personaggio chiamato dai frati «il gobbo Severino».



Molte notizie su di loro ci sono giunte dagli archivi ecclesiastici e da tradizioni orali. Tra il '700 e l'800 anche questa zona dell'Umbria fu colpita da una tremenda epidemia di peste nera ed è probabile che molte persone decedute a causa di questa malattia siano state tumulate qui. A Ferentillo sorge anche l'Abbazia romanica di San Pietro in Valle, costruita tra il IV e il VII secolo, che custodisce affreschi con scene dell'Antico e Nuovo testamento. Vale sicuramente una visita. A una decina di chilometri da qui si trovano le maestose cascate delle Marmore: uno spettacolo da non perdere.



Informazioni sul Museo delle Mummie di Ferentillo: www.comune.ferentillo.tr.it/portale_turistico; cell. 3356543008, biglietto intero: 3 €.



I NOSTRI CONSIGLI:



Dove mangiare e dormire:



A poca distanza dalle cascate delle Marmore, immerso nel verde della Valle del Nera, con annessa azienda agricola, il ristorante Piermarini (via Ancaiano 23, Ferentillo, www.saporipiermarini.it, tel. 0744/780714) propone piatti della tradizione locale preparati con materie prime di stagione (un pasto: da 30 €). La tenuta produce tartufi neri e olio extravergine. La residenza Piermarini mette a disposizione degli ospiti anche con camere con ingresso nel parco privato (una doppia da 80€). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero