Etihad, grande lusso ad alta quota: un italiano tra i suoi 23 “maggiordomi volanti”

I tredici nuovi Flying Butler di Etihad Airways
Tre settimane di corsi di galateo, protocollo, competenze domestiche e servizi di conciergerie. Normale amministrazione per i...

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Normale amministrazione per i maggiordomi in servizio nelle residenze di chi se li può permettere e per i “butler” — oggi il termine inglese è di gran lunga preferito — negli hotel da 5 stelle in su. Un po’ meno normale per 13 tra uomini e donne chef e responsabili di food&beverages che lavorano sulla flotta a lungo raggio di Etihad. I 13 saranno i nuovi, esclusivi maggiordomi volanti della compagnia aerea recentemente entrata nel capitale di Alitalia.



Difficile però per i comuni mortali ancorchè volanti poter apprezzarne le doti di servizio. Il gruppo di “Flying butler”, infatti, sarà operativo solo sui grandi, nuovissimi A380 in volo da Abu Dhabi a Londra Heathrow e verso Sidney e New York e lo sarà solo per i clienti che avranno prenotato The Residence by Etihad, la sfarzosa cabina a tre locali, fiore all’occhiello della compagnia.



A consolare gli italiani che dovranno accontentarsi — si fa per dire — di essere accuditi da “normali” hostess e steward c’è il fatto che uno dei 13 è proprio un italiano. Si tratta di Roberto Lietti, 32 anni, da Albavilla, in provincia di Como, che ha appena terminato il corso intensivo di formazione tenuto a Londra da Sean Davoren, Head Butler del Savoy Hotel.



Potrebbe essere proprio lui ad inaugurare il nuovo servizio, con il volo del 27 dicembre da Abu Dhabi a Londra, e ad occuparsi del cliente che avrà a sua disposizione soggiorno, doccia privata e camera matrimoniale della Residence.



Lietti, che ha lavorato presso alcuni ristoranti in Italia e negli Usa prima di entrare in Etihad, ha anche preso parte a corsi presso la London School of Hospitality and Tourism, sempre a Londra.



«Lavorare nei ristoranti era favoloso» dice «ma grazie alla mia esperienza nei cieli ho avuto la possibilità di mostrare la mia vera personalità e di fornire un miglior servizio al cliente. The Residence per me è un momento decisivo della carriera».



Il suo coach, Sean Davoren, rincara la dose: «Ora Roberto e i suoi colleghi sono in grado di unire le discrezione di un tradizionale maggiordomo inglese con l’efficienza di un assistente personale del 21° secolo».



I tredici ”Flying butler” provengono da Bulgaria, Germania, Ungheria, Italia, Giordania, Messico, Romania, Slovacchia, Sudafrica. Tunisia e Regno Unito.



Resta da dire delle tariffe: il prezzo standard di The Residence by Etihad è di 15.800 euro per un biglietto di sola andata. Se lo vedete, salutateci Roberto e dategli la mancia anche a nome nostro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero