«L'Egitto non è solo Mar Rosso, ma custodisce antichi tesori che, anche grazie all'Italia, stiamo riportando alla luce. Un patrimonio culturale che contribuisce alla...
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LE MISSIONI ITALIANE
Con 15 missioni archeologiche in corso in diverse località dell'Egitto, finanziate dal governo italiano, il nostro Paese contribuisce al rilancio dell'egittologia che «al di là del valore scientifico, è un traino per lo sviluppo del territorio e del turismo culturale in questo Paese», ha detto l'ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari. E ha poi ricordato che l'Italia è in prima linea in questo settore sin dal 1828, quando Ippolito Rosellini diede vita con Jean-Francois Champollion alla missione franco-toscana, di fatto la prima esplorazione internazionale in Egitto. Poi ancora nel 1904, quando Ernesto Schiapparelli scoprì la tomba di Nefertari, nella Valle delle Regine a Luxor, «ancora oggi considerata uno dei più preziosi tesori del patrimonio egiziano». Massari ha inoltre annunciato che a novembre, in occasione del 110/o anniversario della scoperta, la tomba della Grande Sposa Reale sarà riaperta con un evento realizzato da una collaborazione tra il ministero del Turismo egiziano, l'ambasciata italiana e l'Istituto italiano di cultura del Cairo. Tra gli altri impegni italiani, sono stati ricordati quello al sito della piramide di Sakkara, il ripristino del Museo greco-romano di Alessandria e di quello islamico del Cairo, la partecipazione alla creazione del primo parco naturale archeologico nell'antica città di Medinet Madi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero