A Cinecittà nasce il Museo dell'Audiovisivo e del Cinema: un viaggio nell'immaginario d'Italia

Un viaggio nella storia della televisione e del cinema italiano. Immagini, luci, video, audio, dal bianco e nero al colore, dagli sceneggiati alle fiction, dai film alle...

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Un viaggio nella storia della televisione e del cinema italiano. Immagini, luci, video, audio, dal bianco e nero al colore, dagli sceneggiati alle fiction, dai film alle inchieste, da "Lascia o Raddoppia" al "Grande Fratello", dallo spogliarello di Sophia Loren agli occhiali icona di Lina Wertmuller lanciata verso l'Oscar alla carriera, dal 1924 ad oggi (e oltre). Lo racconta il Miac, il nuovo Museo italiano dell'Audiovisivo e del cinema che a dicembre aprirà i battenti negli studios di Cinecittà su via Tuscolana. Il progetto, presentato in anteprima oggi, viene da lontano, avviato su impulso del ministro dei beni culturali Dario Franceschini (che oggi l'ha visitato per la prima volta) che ha visto il restauro e la complessa bonifica di un intero padiglione di archeologia industriale: un'area di 1650 mq, un tempo sede del Laboratorio di Sviluppo e Stampa.

 
Sostenuto dal Mibact con 2,5 milioni di euro, il Miac non vuole essere un museo in senso classico e tradizionale, ma punta tutto sulla formula della tecnologia mettendo in campo la multimedialità e software interattivi (l'allestimento è ideato e realizzato da None Collective). Niente oggetti storici, memorabilia dai set, scenografie o costumi, ma l'effetto speciale basato su proiezioni, luci, virtuosismi digitali. Il risultato è quello di un percorso votato alle immagini in movimento, non altro che il patrimonio d'archivio dell'Istituto Luce, RaiTeche e Centro Sperimentale di Cinematografia. Uno staff di esperti del settore ne firma la cura: Gianni Canova, Gabriele D'Autilia, Enrico Menduni e Roland Sejko.
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Il Messaggero