Brigita Jagelaviciute, 23enne hostess lituana della compagnia aerea Emirates, è perfettamente consapevole di essere una privilegiata: pur non essendo milionaria vive a...
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«Ricordo benissimo - continua - il momento in cui ho deciso che avrei voluto diventare una hostess. Ero all'aeroporto di Nizza, e quando ho visto i membri dell'equipaggio di un volo Emirates con i loro bellissimi cappelli rossi sono rimasta folgorata: in quell'attimo ho capito che volevo essere una di loro. Anche perché io odio la routine e adoro i cambiamenti continui: non mi piace svegliarmi sempre alla stessa ora e fare sempre le stesse cose per cinque giorni alla settimana in attesa che arrivi il weekend. Questo lavoro mi permette di vivere ogni giorno in maniera diversa, in posti nuovi, incontrando nuove persone con cui allacciare amicizie che a volte diventano durature. Credo che viaggiare sia la migliore forma di educazione che si possa ricevere».
«Certo, non è tutto rose e fiori - dice Brigita - Ci sono anche i momenti in cui ti senti solo. E c'è il jet lag, l'aspetto più difficile del lavoro con cui bisogna convivere: attraversare in continuazione tanti fusi orari è estenuante, non è cosa per i deboli di cuore. È difficile perfino spiegare cosa si sente a chi non l'hai mai provato. Bisogna adattarsi rapidamente ai bruschi cambiamenti delle temperature, dei fusi orari, della luce, degli scenari: non è facile, neanche per chi ha lavorato per tanti anni in questo settore. Poco tempo fa, ad esempio, nella stessa settimana sono stata in Giappone e in Brasile: nonostante abbia già viaggiato parecchio, mi sentivo completamente stralunata. Ma è l'altra faccia della medaglia, e non resta che accettarla». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero