Un viaggio alla scoperta delle scimmie nasiche, delle case su palafitte dei pescatori, dello snorkeling tra pesci colorati, in un'area ancora non distrutta dal grande turismo....
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Il Borneo: un’isola ricoperta dalla giungla?
L’immagine che viene subito evocata alla mente è principalmente questa, ma si tratta di una idea alquanto riduttiva visto che gli habitat presenti sono davvero molti. Si va dalla foresta pluviale tropicale alla foresta montana, fino alla foresta calcarea, foresta subalpina, foresta a brughiera, foresta costiera e foresta umida.
Le specie endemiche
Una delle più presenti da queste parti è l’orango, detto “l’uomo della foresta” in malese. Non è difficile vedere i langur, i cui maschi vivono in gruppi di 9-30 esemplari tra le mangrovie e nella foresta fluviale. E poi ci sono le nasiche, molto peculiari con il loro naso pronunciato e allungato. Le femmine hanno quest’organo più modesto, ma sempre bizzarro. E, ancora, ci sono gli elefanti pigmei, i rinoceronti, il gatto del Bengala che dorme in alberi cavi, grotte e radici durante la giornata e il leopardo nebuloso. Nelle foreste, quindi, non mancano l’orso malese e il cinghiale barbato. Quest’ultimo, in strutture come il Bunga Raya, complesso completamente eco-sostenibile che sorge sull’isola di Gaya a pochi minuti in barca da Kota Kinabalu, capita di vederlo passeggiare tranquillamente con i suoi piccoli o far silenziosa compagnia agli ospiti nella sala ristorante. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo e mostra quanto sia particolare la fauna in tale tratto di mondo dove la mano dell’uomo è stata delicata e si riesce a mantenere il suo spirito selvaggio. E poi c’è la barriera corallina che va preservata e curata. Interventi mirati sono quelli previsti ad esempio, all’interno del Gayana Resort, sempre sull’isola di Gaya, dove anche gli ospiti possono dare una mano per salvaguardare i coralli.
La rafflesia del Borneo
I fiori sono molto particolari e di un colore acceso. Sicuramente non sono molto comuni e sono noti per il loro odore intenso e non troppo piacevole, quasi a proteggere una specie non convenzionale. Per questo nel tempo si è guadagnato il nome di “fiore cadavere”, ma il Sabah dove si trova pure Kota Kinabalu è noto per la presenza di molte orchidee colorate, rododendri e fiori rossetto, stravaganti e multicolore.
L’ecosistema marino
In questo angolo di globo dove si può arrivare dall’Italia anche via Hong Kong, tramite la Cathay Pacific e poi con Dragonair (sempre dello stesso gruppo) fino a Kota Kinabalu, fondamentale è il fondale con le barriere. Questi sono i terreni perfetti per i lamantini (dugong) e le tartarughe marine. Soprattutto nella parte orientale del Sabah. Il bracconaggio e la pesca marina mettono a dura prova il delicato ecosistema, per questo sono in corso diversi programmi di protezione, organizzati anche dal WWF.
In un caleidoscopio di etnie e biodiversità, sorprende l’impegno con il quale gli architetti locali abbiano studiato delle soluzioni per non turbare l’ambiente e fare in modo, in generale, che ogni costruzione immersa nella natura ne sia una ideale continuazione. L’uomo e la vegetazione non sempre sono nemici inconciliabili. Qualche volta si incontrano a metà strada, quella del cuore e dell’amore verso le bellezze del nostro Pianeta Blu.
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Il Messaggero