Tutto ricomincia da dove Marco Polo partì per il suo lungo viaggio sulla via della Seta. Oggi a Venezia, alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno del turismo...
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L'Europa non può perdere la partita del turismo cinese, un «dragone» che nel 2017 ha mosso 129 milioni di turisti nel mondo per un valore economico che ha superato i 110 miliardi di dollari. E che promette di crescere fino a 700 milioni spalmati nell'arco dei prossimi 5 anni. La richiesta di viaggi in Europa - come mostrano i dati ufficiali presentati da Dai Bin, presidente di China Tourism Association - è elevata: 12 milioni di viaggiatori nel 2016 (ma supereranno i 20 milioni nei prossimi 5 anni) di cui quasi un milione e mezzo in Italia.
Per fare un confronto, in Nord America sono stati registrati 3,1 milioni di viaggi. Ma i passi da fare sono ancora tanti a cominciare dall'ostacolo linguistico e dalle difficoltà burocratiche (le difficoltà riguardo ai visti e il fatto che meno del 9% della popolazione ha il passaporto) fino alle limitazioni sui pagamenti elettronici e la diffidenza sulla sicurezza della persona. «L'Europa - spiega Eduardo Santander, direttore dell'European Travel Commission - deve assolutamente essere competitiva in Cina non solo per il gran numero di turisti ma anche perché si tratta di big spender che arrivano in periodi per noi di bassa o media stagione (ad esempio durante il loro Capodanno o in autunno).
Dobbiamo proporre più viaggi transnazionali, tematici ed esperienziali. E poi è urgente migliorare come wi-fi (sono fortemente digitalizzati), metodi di pagamento (pagano tutto tramite telefono e noi non siamo adeguati) e frequenza delle linee aeree magari sfruttando aeroporti »minori«. Le grandi catene alberghiere e di ristoranti sono più avanti ma dobbiamo aiutare anche i piccoli e medi imprenditori che costituiscono l'85% delle aziende turistiche europee.
Inoltre i viaggiatori cinesi, seppur mediamente giovani, amano i viaggi di gruppo e familiari quindi capita spesso che ci siano persone anziane o con difficoltà motorie». «Su incarico del governo cinese - spiega Jacopo Sertoli, Presidente di Welcome Chinese - il nostro compito è quello di aiutare e guidare le imprese europee del turismo al fine di soddisfare le necessità del nuovo profilo di turista cinese che negli ultimi dieci anni si è evoluto tantissimo e, al contempo, favorire accordi con gli operatori cinesi». «Comunicazione e cooperazione - conclude Tom Jenkins, Ceo European Tourism Association - sono gli strumenti che permetteranno alla Cina e all'Europa di adempiere al loro potenziale di migliori partner turistici del XXI secolo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero