Vaticano, in parrocchia per il vaccino niente obbligo: «È un atto d'amore». Ma dalla Cei c'è il pressing

Vaticano, in parrocchia per il vaccino non ci sono obblighi: «È un atto d'amore». Ma dalla Cei c'è il pressing
Città del Vaticano – I vescovi italiani e il dilemma del Green Pass per accedere in parrocchia: al termine di una consultazione interna i vertici della Cei,...

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Città del Vaticano – I vescovi italiani e il dilemma del Green Pass per accedere in parrocchia: al termine di una consultazione interna i vertici della Cei, attraverso una lettera inviata alle oltre 200 diocesi italiane, hanno chiesto a ciascun vescovo di “incoraggiare” gli operatori pastorali che gravitano sulle parrocchie e gli oratori a vaccinarsi. È evidente che i No vax non sono i benvenuti in Chiesa anche se non possono essere obbligati a farlo. Nella lettera del cardinale Gualtiero Bassetti si parla di un atto d'amore «per noi stessi e le comunità», si ripete che i cristiani devono essere i primi a dare il buon esempio e a rispondere a un atto d'amore a partire da chi è impegnato nelle varie attività pastorali, o a contatto con i giovani, gli anziani, le famiglie, i corsi per i fidanzati, l'azione caritativa verso i più deboli e poveri, e comunque a «chi è coinvolto nelle attività caratterizzate da un maggiore rischio di contagio». 

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Cei: il pressing per i vaccini

La Cei – viene messo in evidenza - non può imporre l’obbligo vaccinale perché il tema «è affidato alle competenti autorità dello Stato» tuttavia chiede di «incentivare il più possibile l’accesso alla vaccinazione». Insomma occorre esercitare un costante pressing, e svolgere una costante moral suasion, esortando i cattolici a non dimenticare che i contagi finiscono per indebolire i più fragili. Di conseguenza fare il vaccino resta un tema morale, etico, che «interpella tutte le coscienze».

Per contrastare la diffusione della cultura No vax e sciogliere tante perplessità che si sono diffuse i vescovi chiedono di puntare sulla divulgazione scientifica. «Per contribuire a una maggiore e più efficace informazione, in questa fase potrebbe essere opportuno promuovere incontri con esperti che possano offrire spiegazioni e delucidazioni sul tema delle vaccinazioni». Comunque rimane ferma «la facoltà di ogni singolo vescovo di definire criteri che consentano di svolgere le attività pastorali in presenza, in condizioni di sicurezza e nel rispetto della normativa vigente». Avere parrocchie “sicure” resta la priorità della Chiesa italiana. 

«Facciamo quanto è nelle nostre possibilità perché le relazioni pastorali riprendano nella cura vicendevole e, specialmente, dei più deboli. Facciamolo come atto di risposta al mandato del Signore di servirci gli uni gli altri, come lui si è fatto nostro servo; come segno di accoglienza del suo invito a prenderci cura gli uni degli altri, come lui si è preso cura di noi» si legge nella lettera.

 


 

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Il Messaggero