Papa Francesco, altre bordate contro di lui: Viganò lo attacca per i legami tra il cardinale Sandri e Maciel

Città del Vaticano - L'arcivescovo Carlo Maria Viganò torna a mettere in mora Papa Francesco. Stavolta, dopo averlo fatto due anni fa, rivelando di aver fornito...

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Città del Vaticano - L'arcivescovo Carlo Maria Viganò torna a mettere in mora Papa Francesco. Stavolta, dopo averlo fatto due anni fa, rivelando di aver fornito al pontefice neo eletto tutte le informazioni sui comportamenti pedofili dell'allora cardinale McCarrick (successivamente spretato), torna a farsi sentire con una lunga nota in cui evidenzia il passato complicato di un altro cardinale di curia a lui molto vicino, Leonardo Sandri, attuale prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. Ma non tanto per vicende legate ad abusi, ma per avere coperto uno dei più grandi criminali del XX secolo, padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, una sorta di demonio morto nel 2008 a 83 anni, ritenuto responsabile di aver violentato almeno 60 minorenni, corrotto diverse persone in Vaticano, avere messo in piedi un sistema di controllo e lavaggio delle coscienze senza eguali. Maciel ha anche avuto due mogli e dei figli (due dei quali abusati).


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Viganò, ex nunzio negli Usa e prima ancora segretario generale del Governatorato, racconta che durante una udienza nel 2013 il Papa gli chiese un parere su Sandri. «Colto di sorpresa da quella domanda su un mio caro amico, nell’imbarazzo non risposi. Allora Francesco, accostando le due mani aperte, le fece oscillare - come per dire: “Così, così… si barcamena” – e mi fissò negli occhi cercando il mio consenso. Di riflesso, mi venne di confidargli: “Santo Padre, non so se lei sa che il Nunzio Justo Mullor, Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, fu rimosso dalla Nunziatura in Messico perché si opponeva alle direttive provenienti dalla Segreteria di Stato volte a coprire le gravissime accuse contro Marcial Maciel».

Il racconto di Viganò prosegue: «Questo dissi al papa, affinché lo tenesse in conto ed eventualmente rimediasse all’ingiustizia che Mullor aveva subito per non essersi compromesso, per essere rimasto fedele alla verità e per amore alla Chiesa». L'episodio al quale fa riferimento riguarda l'ex nunzio in Messico che pagò con l'emarginazione totale per avere denunciato le malefatte di Maciel Marcial Degollado. All'epoca Degollado non si poteva toccare perchè era considerato uno vicino a Giovanni Paolo II.

«Già scrissi nella mia prima testimonianza che il principale responsabile della copertura dei misfatti commessi da Maciel fu l’allora Segretario di Stato Angelo Sodano (..) Purtroppo per lui, anche Sandri si lasciò coinvolgere da Sodano in questa operazione di copertura degli orribili misfatti di Maciel. Per sostituire Mullor a Città del Messico occorreva nominare una persona di sicura fedeltà a Sodano. Sandri ne aveva già dato prova come Assessore della Segreteria di Stato. Allora Nunzio in Venezuela da poco più di due anni, fu trasferito in Messico. Di queste losche manovre, che i responsabili qualificherebbero come normali avvicendamenti, sono stato diretto testimone in una conversazione da loro tenuta, il 25 gennaio 2000, festa della Conversione di San Paolo, mentre ci stavamo recando alla Basilica ». 

   
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Il Messaggero