Cartellino giallo del Vaticano ai vescovi tedeschi per contenere i rischi di un potenziale scisma

Cartellino giallo del Vaticano ai vescovi tedeschi per contenere i rischi di un potenziale scisma
Città del Vaticano – Si avvicina l'autunno così come le tempeste prossime ad abbattersi sulla Chiesa di Roma. Tempeste stavolta provenienti dalla...

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Città del Vaticano – Si avvicina l'autunno così come le tempeste prossime ad abbattersi sulla Chiesa di Roma. Tempeste stavolta provenienti dalla Germania dove, da tempo, i litigiosi vescovi teutonici sono in fibrillazione per una serie di temi scottanti. Il celibato sacerdotale, la possibilità di dare più spazi nella liturgia alle donne, le riforme per portare una Chiesa più vicino alla gente. Nessuno vuole parlare di scisma ma i rischi sembrano forti. 

«Nella Chiesa troppi veleni, uno scisma non mi fa paura»
 Lo dimostra una lettera del quattro settembre firmata dalla congregazione dei Vescovi guidata dal cardinale Marc Ouellet con la quale ha avvertito la conferenza episcopale tedesca che le prospettive del Sinodo organizzato localmente non avrebbero alcun valore vincolante. «Non è ecclesiologicamente valido». Il che significa che dal Vaticano è arrivato il primo cartellino giallo.
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Il cardinale Ouellet ha riservatamente inviato due testi al cardinale Reinhard Marx, presidente della conferenza episcopale tedesca, riportati dalla Catholic News Agency. Si tratta di una missiva ed una valutazione giuridica a firma del presidente del pontificio consiglio per i Testi legislativi, l'arcivescovo Filippo Iannone che riassume il percorso che ha intrapreso il Sinodo tedesco. I tedeschi vogliono affrontare quattro argomenti, "autorità, partecipazione e separazione dei poteri", "morale sessuale", "forma di vita presbiterale" e "donne nei ministeri e negli uffici della Chiesa".
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«E' facile vedere che questi temi non riguardano la Chiesa in Germania ma la Chiesa universale e - con poche eccezioni - non possono essere oggetto di deliberazioni o decisioni di una Chiesa particolare senza contravvenire quel che è espresso dal Santo Padre nella sua lettera» alla Chiesa tedesca dello scorso giugno.

Secondo il dicastero Vaticano responsabile della giurisdizione ecclesiastica, quello tedesco si configura non tanto come Sinodo, che ha valore consultivo, quanto come concilio: "E' chiaro - scrive Iannone - dall'articolo della bozza degli statuti che la conferenza episcopale ha in mente di fare un concilio particolare che persegua i canoni 439-446 ma senza usare il termine>, afferma monsignor Iannone.

«Se la Conferenza episcopale tedesca è giunta alla convinzione che è necessario un Concilio particolare, dovrebbero seguire le procedure previste dal Codice al fine di arrivare a una deliberazione vincolante. Come può una Chiesa particolare deliberare in modo vincolante se i temi affrontati riguarderanno l'intera Chiesa?», domanda Iannone.

«La conferenza episcopale non può dare effetto legale alle risoluzioni, ciò è al di fuori delle sue competenze». Secondo il presidente dei Testi legislativi, «la sinodalità nella Chiesa, alla quale Papa Francesco fa frequente riferimento, non è sinonimo di democrazia o di decisioni a maggioranza perché spetta al Pontefice presentare i risultati». Il Vatican precisa, inoltre, che  «il processo sinodale deve svolgersi all'interno di una comunità gerarchicamente strutturata» e le proposte tedesche «lasciano aperte molte questioni che meritano attenzione».


Il cardinale Marx, sucessivamente, ha fatto sapere attraverso il suo portavoce che i rilievi pervenuti dal Vaticano facevano riferimento a proposte vecchie che nel frattempo sono state modificate.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero