Città del Vaticano - «Gli errori e gli scandali non vanno coperti, ma riconosciuti e corretti o sanzionati, nel campo economico come negli altri. Sappiamo bene...
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Parolin evita di citare casi specifici, come il famoso edificio di Londra, piuttosto che la gestione degli appalti, gli investimenti in fondi maltesi. Si limita a parlare in modo generico e dice. '«Gli errori ci devono far crescere in umiltà e spingerci a convertirci e migliorare, ma non ci dispensano dai nostri doveri. D'altronde, la Chiesa è una realtà complessa fatta di persone fragili, peccatrici, spesso infedeli al Vangelo, ma non per questo essa può rinunciare ad annunciare la Buona Novella. Così non potrà rinunciare ad affermare le esigenze della giustizia, del servizio del bene comune, del rispetto della dignità del lavoro e delle persone nell'attività economica, e così via».
«Questo - avverte Parolin - sarebbe tradire il suo dovere. Naturalmente non deve farlo ritenendosi trionfalisticamente al di sopra degli altri, ma come compagna di cammino dell'umanità, che aiuta a trovare la buona strada grazie al Vangelo e al retto uso della ragione e del discernimento'». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero