Papa Francesco: «Avrebbe tanto lavoro anche oggi Adriano VI contro i peccati della curia»

Papa Francesco: «Avrebbe tanto lavoro anche oggi Adriano VI contro i peccati della curia»
Città del Vaticano – Papa Francesco non ha mai nascosto il suo giudizio negativo sulla curia vaticana, a più riprese la ha definita inetta, corrotta,...

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Città del Vaticano – Papa Francesco non ha mai nascosto il suo giudizio negativo sulla curia vaticana, a più riprese la ha definita inetta, corrotta, narcisista, schizofrenica, persino un cancro che minaccia l'armonia del Corpo. Salvo poi correggere successivamente il tiro, dicendo che ne fanno parte anche alcuni sacerdoti santi. Stamattina è partita una ulteriore bordata tesa a demolire l'apparato amministrativo di governo, da tempo nel mirino del C6 perché diventato elefantiaco ma soprattutto troppo costoso da un punto di vista economico. 

Papa Francesco rendendo omaggio ad Adriano VI (Papa che ha regnato dal 1459 al 1523), ultimo papa non italiano prima di Giovanni Paolo II ha ricordato di quanto fosse critico verso i «peccati dei prelati della Curia Romana». Aggiungendo che per questo era «coraggioso! e oggi avrebbe tanto lavoro!».

Poche parole pronunciate a braccio durante una udienza alla Comunità del Pontificio Istituto Teutonico di Santa Maria dell'Anima che la dicono lunga sul pregiudizio che Francesco continua ad avere sulla sua amministrazione. 

«Nel suo breve Pontificato, durato solo poco più di un anno Adriano VI ha cercato soprattutto la riconciliazione nella Chiesa e nel mondo, mettendo in pratica le parole di San Paolo secondo le quali Dio ha affidato proprio agli Apostoli il ministero della riconciliazione . Così inviò il Nunzio Chieregati alla Dieta di Norimberga per riconciliare con la Chiesa Lutero e i suoi seguaci, chiedendo espressamente perdono per i peccati dei prelati della Curia Romana».

«Quando lo raggiunse la notizia della sua elezione a Vescovo di Roma, in un primo momento Adriano VI esitò, ma per senso di dovere alla fine accettò». Infine Francesco ha concluso: «Vi auguro ogni bene e vi accompagno con la mia preghiera e la mia benedizione. E anche voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me, perché questo lavoro non è facile».

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Il Messaggero