Città del Vaticano – Il coronavirus ha letteralmente stravolto i riti di Pasqua. Visto che il problema emergenziale è ormai globale e riguarda il mondo intero,...
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Il passaggio più significativo riguarda il giovedì santo, il rito che ricorda l'ultima cena di Cristo. Mentre si concede eccezionalmente che tutti i sacerdoti della parrocchia possano concelebrare in questo giorno, in un luogo adatto (ma senza il popolo), la lavanda dei piedi già facoltativa si omette. Al termine della messa si omette anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca in un tabernacolo. Tutto per evitare il più possibile i contagi.
Venerdì Santo: il vescovo o il parroco celebreranno la Passione del Signore. Nella preghiera il vescovo avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti o chi si trova in una situazione di smarrimento.
Domenica di Pasqua e Veglia Pasquale: si celebra solo nelle chiese cattedrali e parrocchiali in misura della reale possibilità stabilita da chi di dovere. Si omette l'accensione del fuoco, si accende il cero e omessa la processione si esegue l'annunzio pasuale. Non si fano battesimi, ma soltanto si rinnovano le promesse battesimali.
Le processioni potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, per esempio il 14 e 15 settembre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero