Fides denuncia il ruolo predatorio della Cina e dei Paesi arabi in Centrafrica

Fides denuncia il ruolo predatorio della Cina e dei Paesi arabi in Centrafrica
Città del Vaticano – Il Vaticano sembra rompere ogni indugio diplomatico e davanti alla guerra civile centrafricana punta il dito sul ruolo predatorio della Cina e...

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Città del Vaticano – Il Vaticano sembra rompere ogni indugio diplomatico e davanti alla guerra civile centrafricana punta il dito sul ruolo predatorio della Cina e sulla complicità delle nazioni islamiche del Golfo ospitando, sui suoi canali di informazione, diverse voci – di vescovi e missionari – che, da un po' di tempo in qua, denunciano puntualmente l'instabilità causata da potenze straniere interessate alle enormi ricchezze naturali.


E' di stamattina la notizia dell'attività di un’impresa cinese che a Bouzom ha aperto almeno 17 cantieri per la ricerca dell’oro. Racconta l'agenzia Fides: deviano il corso del fiume Ouham, e con ruspe e scavatrici setacciano il fondo. La fonte di queste informazioni arriva da padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano nell’ovest della Repubblica Centrafricana. Fides ha rilanciato l'allarme, offrendo alle sue parole una patente internazionale. «È impressionante vedere il disastro creato: montagne di ghiaia, buche piene d’acqua, il corso del fiume rovinato, l’acqua inquinata (e probabilmente usano il mercurio per facilitare il ritrovamento dell’oro). Solo tra macchinari e carburante, ho calcolato una spesa giornaliera di almeno 30.000 euro. E quanto devono guadagnare per spendere così tanto? si chiede il missionario che ha successivamente inviato all’Agenzia Fides ulteriori approfondimenti.

Le autorità centrafricane fanno finta di non sapere niente, e l’oro parte verso il Camerun, ogni settimana. «E alla frontiera (stranamente) nessun controllo! E nelle casse dello Stato non entra niente! E lo Stato, invece di prendere a cuore il bene comune, si dedica piuttosto al tornaconto di quanti sono al potere». Altra notizia arriva dal vescovo di Bangassou, Juan Josè Munoz che punta il dito sull'agenda segreta delle nazioni del Golfo per destabilizzare il paese ricchissimo di petrolio, diamanti, oro.


In Centrafrica, afferma il vescovo, «entrano migliaia di mercenari stranieri finanziati dagli stati del Golfo e dal Chad con la complicità di altri Stati come Sudan e Niger. Lo scopo è di dividere il paese”, alimentare conflitti su base religiosa, lasciando spazio di azione ai predatori delle materie prime. “I paesi del Golfo finanziano la forniture di munizioni, veicoli e logistica e l'obiettivo è di espellere i non musulmani dall'area».

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Il Messaggero