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Città del Vaticano - Il giorno dopo al di là del Tevere si riflette inevitabilmente sul dispositivo della sicurezza che evidentemente in Vaticano non funziona alla perfezione. A far salire la tensione alle stelle è stata la clamorosa azione di un uomo che ieri sera «in evidente stato di alterazione psichica» è riuscito, a bordo della sua utilitaria, ad entrare a Porta Sant'Anna forzando il blocco delle Guardie Svizzere sul confine. Solo per miracolo dopo avere superato piazza del Belvedere, imboccato il 'Grottone', l'auto ha svoltato a sinistra e non a destra, altrimenti arrivava dritto a Santa Marta. Fortunatamente era già stato chiuso il Portone della Zecca (che resta sempre aperto) grazie all'allarme immediato. In ogni caso nonostante l'intervento dei gendarmi presenti al secondo posto di blocco (che dista venti metri dal portone dove ci sono gli Svizzeri ) la panda è riuscita ugualmente a penetrare nel cuore del piccolo stato vaticano. Tutto si è risolto con un grande spavento, una buona dose di adrenalina, nervi saldi, un allarme scattato subito e la presa in consegna di una persona che poi è risultata essere sotto cura per via di problemi mentali che asseriva di vedere il diavolo.
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Tuttavia l'episodio è emblematico e resta fonte di preoccupazioni poiché dimostrerebbe che il sistema di vigilanza, già di per sé altissimo, rischia di essere vulnerabile. Del resto cosa sarebbe successo se incece di quest'uomo ci fosse stato un terrorista determinato a fare una strage, con un'auto imbottita di esplosivo arrivata fino a San Damaso? L'interrogativo è ben presente nelle valutazioni che vengono fatte dagli addetti ai lavori.
La sera in Vaticano tutti gli accessi, eccetto quello di Porta Sant'Anna, vengono chiusi per poter meglio tutelare l'interno del piccolo Stato vaticano e controllare l'accesso e l'uscita delle vetture.
Le autorità d'Oltretevere decisero di innalzare il livello di sicurezza e attrezzarsi con sistemi di protezione avanzati per scongiurare evantuali azioni improvvise di terroristi capaci di agire da soli e velocemente. Tutti gli scenari possibili erano stati analizzati fino in fondo ma per buona fortuna, a parte qualche vaga minaccia sul web che prometteva la distruzione di Roma e la conquista del Vaticano da parte della Jihad, non è mai accaduto nulla di grave e irreparabile. Dopo gli attacchi terroristici di Nizza, del 2016, quando un camion fece una strage sulla folla causando la morte di 86 turisti, via della Conciliazione venne interdetta alle auto e a metà della strada furono collocate delle pesanti fioriere di cemento. In vari punti, poi, si ritenne necessaria la presenza dei militari che lavorano notte e giorno, compresa la zona di Sant'Anna dove ieri sera l'auto dell'uomo (ora in carcere in Vaticano in attesa di essere affidato alle autorità italiane) è riuscita a penetrare dribblando il primo e il secondo blocco di sicurezza. Un fatto inaudito.
Generalmente la sera, in Vaticano, quando tutti i negozi di Borgo e gli uffici chiudono, la situazione è alquanto tranquilla. Fatto salvo qualche rissa che scoppia tra i senzatetto ubriachi che si radunano sotto i propilei o nei paraggi delle mura non accade mai nulla. A volte alle guardie svizzere o ai militari si avvicinano personaggi bizzarri che chiedono di poter vedere il Papa perché latori di messaggi celesti da parte della Madonna o di qualche Santo. Spesso si racconta di episodi al limite del pittoresco, a volte persino divertenti, come quella volta che un uomo asseriva di essere Gesù risorto e ritornato sulla terra per salvare l'umanità e fare i miracoli. Stavolta invece quello che è successo sta facendo riflettere e probabilmente a qualcuno è sceso un brivido per la schiena pensando al Giubileo che è alle porte con i 32 milioni di pellegrini attesi in Vaticano.
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Il Messaggero