Città del Vaticano – Il giallo dell'agenzia vaticana Fides platealmente filo-turca. Ormai sono in molti - dentro e fuori al piccolo stato pontificio - a chiedersi...
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Piuttosto nei resoconti pubblicati viene dato spazio ai passi positivi che sta facendo Erdogan, come è successo anche in questi giorni con la firma di un apposito decreto presidenziale per confermare che Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha il «diritto di indossare la sua veste da religioso anche quando esce dai luoghi di culto e si trova all’aperto o in ambienti pubblici». Per il Vaticano equivale a un buon segnale, un passo in avantil
Da tempo l'agenzia Fides mette in risalto i discorsi a favore del regime di Erdogan che il patriarca armeno Masalyan è obbligato a pronunciare, pur di non mettere a repentaglio la piccola comunità cattolica presente in Turchia, perennemente sotto schiaffo dal potere di Ankara. Non è un mistero per nessuno. Nonostante il patriarca armeno sia evidentemente sotto presssione, costretto a censurarsi persino su fatti storici come il genocidio, l'agenzia Fides informa dei passi in avanti raccontando persino della benedizione alla operazione militare in Siria che il patriarca è stato costretto a pronunciare. Un episodio che è stato riportato senza essere affiancato ad alcun giudizio critico, dubbioso o negativo, ma semplicemente mettendo in luce i fatti, come se fosse un evento normale o qualunque.
Stavolta Fides ha reso noto il decreto presidenziale n°1838 del 16 dicembre 2019 con il quale viene fatta una eccezione al patriarca indossare la veste da prete. Aggiungendo che l'arcivescovo Masalyan, eletto l'11 dicembre 2019 come 85esimo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha iniziato il suo ministero inviando diversi segnali di ossequiosa benevolenza nei confronti della leadership politica turca: «sotto il potere del Partito Akp (il Partito del Presidente Erdogan, ndr) stiamo vivendo il periodo più pacifico e felice dai tempi della fondazione della Repubblica turca».
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Il Messaggero