Francesco equipara il sacrificio di preti e medici morti di Covid, poi condanna i sacerdoti “maneggioni”

Francesco equipara il sacrificio di preti e medici morti di Covid, poi condanna i sacerdoti “maneggioni”
Città del Vaticano - Pastori-preti e pastori-medici: Papa Francesco mette sullo stesso piano i sanitari e i sacerdoti scomparsi in questi due mesi e nella messa di Santa...

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Città del Vaticano - Pastori-preti e pastori-medici: Papa Francesco mette sullo stesso piano i sanitari e i sacerdoti scomparsi in questi due mesi e nella messa di Santa Marta  ricorda il sacrificio di coloro che sono morti in servizio, per prendersi cura delle persone malate di coronavirus. Una strage silenziosa di persone spesso lasciate in prima linea senza le dovute protezioni, soprattutto all'inizio della pandemia. Francesco richiama alla mente i numeri per dare l'idea della dimensione di questo silenzioso sacrificio: oltre 100 preti concentrati soprattutto in Emilia e Lombardia e  ben 154 medici che si sono contagiati in servizio. «Che l'esempio di questi pastori preti e pastori medici ci aiuti a prendere cura del santo popolo fedele a Dio». Non è la prima volta che Francesco accosta queste due categorie già definite degli eroi e dei martiri. 


Nella seconda parte della messa, durante l'omelia, il Papa ha invece riflettuto sulla figura del sacerdote e commentando il passo del Vangelo sul Buon Pastore ha condannato quei preti arrivisti e maneggioni.

«Nella storia della Chiesa ci sono stati tanti finti pastori che hanno sfruttato il gregge: tutti quelli che non entrano attraverso questa porta sono ladri e briganti, i finti pastori. Nella storia della Chiesa ci sono stati tanti finti pastori che hanno sfruttato il gregge, che volevano soldi, la carriera, Ma il gregge li conosce e cerca Dio per altre strade».

 Francesco ha poi aggiunto una sorta di identikit del prete modello. «il buon pastore è mite e tenero, non si difende, ha quella tenerezza della vicinanza, conosce le pecore per nome e si prende cura di ogni pecora come se fosse l'unica». 



































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Il Messaggero