Restauro per il Santo Sepolcro, cambia la pavimentazione danneggiata dai secoli, la scelta difficile per i materiali più adatti

Città del Vaticano - Il Santo Sepolcro si rinnova e cambia la pavimentazione nell'area intorno alla Tomba di Gesù. Invece che irregolare, scuro e disordinato,...

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Città del Vaticano - Il Santo Sepolcro si rinnova e cambia la pavimentazione nell'area intorno alla Tomba di Gesù. Invece che irregolare, scuro e disordinato, sbrecciato in alcuni punti per l'usura e i colpi violenti dei kanvas durante le cerimonie, diventerà liscio e sicuramente meno sdrucciolevole. Una decisione che hanno preso la scorsa settimana i capi delle Chiese cristiane che custodiscono il luogo più importante della cristianità: greco ortodossi, copti, armeni, cattolici, ortodossi.

La rivista della Custodia di Terra Santa ha riferito che i lavori sono guidati da un pool di esperti, da un architetto e da storici. Il dilemma più grande lo hanno dovuto affrontare per la scelta del tipo di pietra pavimentale che dovrà rimpiazzare le lastre mancanti o troppo danneggiate. Non si tratta infatti di scegliere un nuovo pavimento per il bagno, ma di restaurare l'edificio più importante della cristianità. Ci sono molti criteri e variabili da considerare.
Come in tutti i lavori di restauro - spiegano gli esperti della Custodia di Terra Santa - è importante rendere omaggio agli elementi del passato che possono sopravvivere. Tutte le pietre che possono essere pulite e che sono ritenute sufficientemente resistenti saranno posate nel luogo esatto e nella stessa posizione da cui sono state prelevate. Quando questo non sarà possibile, si opterà per la sostituzione delle pietre con l'intento di colmare le lacune esistenti o le lastre troppo danneggiate.

Nella scelta si tiene conto di aspetti estetici, come il colore, nonchè della natura della roccia, in modo da replicare il più fedelmente possibile l'aspetto delle vecchie pietre. Tuttavia, queste lastre devono essere abbastanza robuste da opporsi alla pressione delle grandi folle che riempiono l'area intorno alla tomba. Devono anche essere abbastanza forti da resistere ai colpi dei kawas (i giannizzeri), che con i loro bastoni scandiscono il ritmo delle processioni solenni. La roccia deve anche resistere alle macchie di cera, olio o qualsiasi tipo di rifiuto che sporca il pavimento dopo il passaggio dei turisti. Deve inoltre essere resistente ai detergenti che verranno utilizzati in futuro, a dispetto del trattamento di pulizia effettuato con la benzina a cui è stato sottoposta l'area intorno al chiosco fino ad oggi! È necessario anche testare la durabilità dei colori. 

Naturalmente si tiene conto anche della conformità del suolo ad accogliere questa nuova pavimentazione e della sicurezza dei livelli stratigrafici inferiori. 

 

 

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Il Messaggero