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Città del Vaticano - Dopo secoli in Vaticano tornano le Sanpietrine, le maestranze femminili altamente specializzate per custodire, riparare, conservare la basilica di San Pietro. Fin dal Cinquecento, nel cantiere del monumentale edificio sacro che stava costruendo Michelangelo, la presenza di lavoratrici impiegate in lavori generalmente maschili non era affatto episodica. C'erano mastre muratrici, carrettiere, pozzolaniere, fabbre, fornaciare, vetrare, intagliatrici di legno e di pietre dure di grande bravura. Dalle cronache che sono arrivate fino a noi si sa che hanno goduto di una sostanziale parità economica e che venivano considerate con rispetto dai colleghi Sanpietrini.
Nella sala della Canonica della Fabbrica di San Pietro, dopo mesi di gestazione, il cardinale Mauro Gambetti ha inaugurato un ambizioso progetto, dando il benvenuto ai primi venti studenti della Scuola vaticana di arti e mestieri. Studenti e studentesse destinati ad apprendere i segreti che generazione dopo generazione i mastri Sanpietrini si tramandano. Otto di loro sono ragazze, alcune laureate, altre ancora universitarie che frequentano gli ultimi anni di facoltà umanistiche.
Per esempio Caterina, 21 anni, romana. «Dopo il liceo artistico mi sono iscritta a storia dell'arte. Sto finendo l'università. Ho visto il bando del concorso vaticano per caso, avevo i titoli per partecipare ed eccomi qui, ho superato tutte le selezioni». Per sei mesi Caterina, assieme ai suoi compagni – tutti italiani eccetto tre ragazzi di nazionalità peruviana, tedesca e bielorussa – frequenterà gratuitamente la neonata scuola nata con la benedizione di Papa Francesco. Sono previste lezioni pratiche e teoriche sulle tecniche di restauro, di stucco, di archivistica. Ai ragazzi verranno aperte le porte della basilica, potranno consultare documenti antichi e verranno messi a conoscenza dei segreti di mestieri che altrimenti rischiano di scomparire. Le lezioni teoriche si terranno in aule appositamente allestite nei locali del Palazzo della Canonica, mentre le attività di laboratorio saranno svolte sul campo nelle officine della Fabbrica dove gli aspiranti artigiani avranno la possibilità di esercitarsi e operare a stretto contatto con le maestranze.
SELEZIONI
«Le selezioni sono state dure: la conoscenza della lingua italiana era necessaria, così come solide basi umanistiche con studi in storia dell'arte» spiegano gli organizzatori, tra cui padre Francesco Occhetta, il gesuita che coordina il progetto.
ARTE
Come documentano le fonti di archivio, fin dalla fine del XVIII secolo, la frequenza della Scuola della Fabbrica era gratuita, voluta per la formazione dei giovani artigiani di tutta Roma: era aperta la sera e nei giorni festivi per permettere agli allievi di lavorare al mattino. Già allora la Fabbrica sceglieva di trasmettere alle nuove generazioni di artigiani il sapere tecnico degli antichi e le competenze necessarie per svolgere il proprio servizio nella basilica. Il cardinale Gambetti ha sottolineato che gli studenti apprenderanno i mestieri della tradizione, adattati alle nuove tecnologie per monitorare lo stato di conservazione dei dipinti, dei marmi, degli stucchi, dei mosaici.
DONNE
Le donne già nel medioevo venivano impiegate in tutti i possibili settori, compresi l’edilizia, le miniere e le saline. Nella costruzione delle cattedrali gotiche vi erano eccellenti maestre di bottega, altre maestre d’opera e altre pittrici d’affresco, anche se la storia ufficiale le abbia condannate all’oblio. A Siena e a Pavia scavarono acquedotti e canali (dei 640 lavoratori reclutati nel 1474 a Pavia, 284 erano donne, tra cui anche alcune bambine), mentre a Messina nel XIII secolo avevano costruito le mura cittadine.
ISCRIZIONI
Vista l'adesione massiccia, il cardinale sta già lavorando al successivo. Le informazioni per le candidature alla prossima selezione della Scuola delle Arti e dei Mestieri si possono ottenere scrivendo alla segreteria della Scuola (scuola.artiemestieri@fsp.va).
Il Messaggero