Vaticano, no dei pm a Pignatone: non depositeremo il video dell'accusatore di Becciu

Vaticano, no dei pm a Pignatone: non depositeremo il video dell'accusatore di Becciu
Città del Vaticano – I magistrati del Papa titolari dell'inchiesta choc sull'immobile a Londra hanno risposto picche al Presidente del Tribunale...

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Città del Vaticano – I magistrati del Papa titolari dell'inchiesta choc sull'immobile a Londra hanno risposto picche al Presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone che aveva chiesto loro – al termine della prima udienza del famoso processo chiamato la 'mani pulite' d'Oltretevere - di depositare il video chiave relativo alla registrazione di monsignor Alberto Perlasca, collaboratore di giustizia e principale accusatore del cardinale Angelo Becciu (rinviato a giudizio con l'accusa di peculato). Pignatone chiudendo la prima udienza aveva ordinato ai magistrati di «depositare in Cancelleria entro e non oltre il 10 agosto copia dei supporti contenenti le registrazioni audio e video».

 

 

Di quel video nessuno prima di quel momento aveva mai sentito parlare, come avevano messo in luce le difese dei dieci imputati. Gli avvocati avevano così chiesto di prenderne visione in tempi ragionevoli come presupposto base per avere un giusto processo. Oggi dal Vaticano è uscita la risposta dell'ufficio dei Promotori di Giustizia che hanno respinto come “irricevibili” tali richieste formulate da Pignatone.

I pm vaticani spiegano in un documento di otto pagine che «l'unico atto di documentazione delle dichiarazioni resta il processo verbale redatto» e che di conseguenza «la richiesta di trascrizione delle registrazioni è, a parere di questo ufficio irricevibile». Ribadiscono inoltre che le registrazioni di Perlasca (ex responsabile dell'ufficio amministrativo della Segreteria di Stato) sono state fatta allo «scopo di prevenire e rimuovere eventuali contestazioni al momento della formazione e della chiusura del verbale redatto a norma del codice». 

 

Per i magistrati il deposito dei video di Perlasca potrebbe creare «nocumento ai diritti delle persone che hanno partecipato agli atti», vale a dire avvocati e anche un interprete, i quali  non hanno dato il benestare alla riproduzione del video e alla sua divulgazione in qualsiasi forma. «A parere di questo ufficio gli audio non possono essere consegnati» per tutelare la privacy di Perlasca, del traduttore e dei legali. 

I pm vaticani chiedono così al presidente del Tribunale, Pignatone di rivedere la sua decisione disponendone la revoca. Ove si ravvivasse la necessità di una ostensione dei contenuti si chiede che ciò venga disposto solo attraverso la visione in cancelleria dei materiali con modalità tali da impedire ogni forma di registrazione e o riproduzione mutuando al riguardo la disciplina introdotta dal legislatore italiano con riferimento alla materia delle intercettazioni telefoniche».

 

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Il Messaggero