Preti No vax, pressing della Cei per il vaccino: tamponi obbligatori e limitazioni a certi momenti della messa

I vescovi italiani chiedono che si compia uno sforzo ulteriore per contenere la diffusione del virus

Preti No vax, pressing della Cei per il vaccino: tamponi obbligatori e limitazioni a certi momenti del rito
Città del Vaticano – Cartellino giallo del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ai preti no-vax: per loro le celebrazioni potrebbero subire...

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Città del Vaticano – Cartellino giallo del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ai preti no-vax: per loro le celebrazioni potrebbero subire delle limitazioni: «Vaccinarsi del resto è un obbligo morale». In alternativa i sacerdoti contrari ai vaccini dovranno farsi tamponi. Non è proprio un divieto a partecipare ai riti o a somministrare i sacramenti, ma resta evidente che anche per la Chiesa la situazione da affrontare è molto complicata. 

 

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Preti No vax, pressing della Cei per il vaccino

«E' molto difficile obbligare qualcuno a fare qualcosa che un normale cittadino per legge non è obbligato a fare, ma naturalmente dovrà essere limitata la presenza di questa persona in certi momenti del culto. Tu vuoi fare questa scelta ma mettiti nella condizione di non danneggiare gli altri, vuol dire che farai i tamponi e andrai avanti, ma certamente c'è un invito morale soprattutto a ci ha responsabilità di ministero a vaccinarsi», dice Bassetti rispondendo ad una domanda, alla conferenza stampa di chiusura dei lavori della riunione dell'episcopato.

 

 

Le limitazioni

Bassetti volutamente non vuole entrare nei particolari, ed evita di definire i confini entro i quali i preti no-vax saranno costretti. Probabilmente tutto verrà stabilito prossimamente, se dovesse precipitare ulteriormente la situazione pandemica. Al momento, ha aggiunto, le celebrazioni non richiedono il green pass e a messa ci si va con mascherine, mantenendo le distanze di sicurezza, garantendo l'igiene e l'aerazione dei locali. 

«Noi stiamo orientando tutti a vaccinarsi, il tampone è un rimedio estremo che non risolve tutti i problemi, non bastano mai le precauzioni, bisogna essere sempre attenti nei confronti degli altri. Le celebrazioni in chiesa sono sempre disciplinate - osserva -. Certo, la grande garanzia, come dicono gli infettologi, è vaccinarsi. Chi ha difficoltà trovi motivazioni». 

I vescovi italiani chiedono che si compia uno sforzo ulteriore per contenere la diffusione del virus. Un invito che ha trovato grande risonanza dei lavori dell'assise che si è tenuta ancora all'hotel Ergife in virtù dei grandi spazi necessari per accogliere gli oltre 200 vescovi italiani. 


 

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Il Messaggero