Ucraina, prete ortodosso di Mosca sostituisce la parola "vittoria" con la parola "pace" e viene cacciato dal Patriarca Kirill

La storia che arriva dalla Russia

Il patriarca Kirill
Vita dura per i preti ortodossi che a Mosca vorrebbero vedere tacere le armi e non solo assistere alla conquista del territorio ucraino. Alcuni giorni fa un sacerdote ortodosso...

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Vita dura per i preti ortodossi che a Mosca vorrebbero vedere tacere le armi e non solo assistere alla conquista del territorio ucraino. Alcuni giorni fa un sacerdote ortodosso è stato processato da un tribunale ecclesiastico per avere cambiato nel testo liturgico letto in chiesa, di una preghiera per i fedeli, la parola vittoria al posto della parola pace. Padre Ioann Koval, ecclesiastico della chiesa di Sant'Andrea nel quartiere Lublino a Mosca ha avuto l'ardire di sostituire i due termini nella prece "Sulla Santa Russia", un testo che il Patriarca Kirill in persona aveva benedetto all'inizio del conflitto e imposto durante le funzioni religiose. "Sorgi, o Dio, in aiuto del tuo popolo e donaci la tua vittoria con la tua potenza". E' così stata trasformata: “Sorgi o Dio, in aiuto del tuo popolo e donaci la pace con la tua potenza”. 

La guerra in Ucraina si sposta tra le Chiese ortodosse, il Parlamento pronto a mettere al bando le strutture fedeli al Patriarcado di Mosca

In quattro e quattr'otto il sacerdote è stato prima interdetto dal sacerdozio e l'11 maggio è stato privato del suo ministero, essendo stato accusato di spergiuro secondo la Regola 25 dei Santi Apostoli. Il tribunale ecclesiastico ortodosso è stato inflessibile. Prima dell'ordinazione, ogni uomo presta un giuramento con il quale si impegna a «obbedire rigorosamente agli ordini e la violazione del giuramento è una norma molto ampia che si applica a diverse situazioni, e in questo caso era anche appropriata» ha spiegato alla stampa russa l'arciprete Vladislav Tsypin, vicepresidente del Tribunale eparchiale. Sembra che tutti i membri del tribunale abbiano avuto una decisione unanime. La sentenza del tribunale ecclesiastico deve ora essere approvata dal Patriarca Kirill. Tecnicamente c'è ancora possibilità di fare appello ma con scarse possibilità di successo. 

Ucraina e Russia tra guerra di religione e scontro di civiltà tra cristiani occidentali e orientali

Il Partriarca Kirill sin dall'inizio del conflitto si è schierato a fianco del Presidente Vladimir Putin benedicendo una guerra che ha definito "santa" poichè si propone di estirpare il male che ormai sta pervadendo l'Occidente. In più occasioni ha spiegato che la cultura occidentale è venata di forze oscure e malvage capaci di sovvertire l'ordine naturale delle cose, introducendo ovunque la cultura gay, la dittatura del relativismo, sovvertendo l'ordine biologico. Di fatto l’adesione di Kirill alla narrazione putiniana fa parte di una tradizione consolidata che vede il Patriarcato ortodosso come una sorta di appendice del Cremlino. Anche per Kirill Ucraina e Russia restano «un solo popolo, legato dal destino storico» con il fonte battesimale di Kiev a fare da collante «siamo uniti dalla nostra fede, dai nostri santi, dalla speranza comune, dalle stesse preghiere. Cosa può separarci?». L'Occidente, secondo Kirill, propina solo un mare di bugie. 

Il Patriarca Kirill: «Giusto combattere la guerra, è contro la lobby gay occidentale»

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Il Messaggero