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Nelle più famose canzoni di Lucio Battisti, quelle scritte da Mogol, ci sono frammenti di spiritualità che conducono direttamente a Dio. Poesie in musica nelle quali si possono individuare i fili misteriosi della ricerca biblica, il lato misericordioso del perdono o il calore di una nuova umanità. A fare una ricerca in questo senso sulla grande produzione artistica di Mogol, paroliere oggi 87enne, è stato il suo padre spirituale un giovane sacerdote, don Giuseppe Capsoni, che ha voluto analizzare e approfondire le canzoni più famose, autentici successi dagli anni Settanta. Nel testo sono state rilevate differenze e affinità tra l’uomo religioso e l’artista, entrambi depositari di una ispirazione divina. Il libro che ne è nato fornisce le chiavi di lettura per 33 poesie-canzoni, dimostrando al lettore quanto siano profonde e capaci di fare riflettere le parole. A Mogol è arrivato subito il “grazie” del cardinale Matteo Zuppi che firma la prefazione al volume intitolato “Ho ricevuto un dono ve ne faccio dono” (Edizioni Minerva).
«Grazie Mogol per la poesia e grazie ai tanti, Battisti per primo, che ci regalano il di più della musica. E poi lo sappiamo, in cielo cantano e canteremo». Zuppi sottolinea poi che in questi testi c'è sempre tanta umanità e da poeta Mogol ci aiuta a scendere nelle pieghe profonde della vita, nelle emozioni, nei pensieri e nelle parole che esprimono e suscitano a loro volta emozioni, pensieri e parole altrimenti sepolti nell'abisso che e il cuore dell'uomo. Mogol ha commentato: «Sinceramente non ho mai pensato che molti dei miei testi avessero un contenuto spirituale e biblico. E' stato don Giuseppe ad accompagnarmi nella ricerca di Dio e me lo ha svelato in questo libro».
Il Messaggero