Le suore fanno rete e puntano al PNRR per far quadrare i conti, monasteri in ginocchio per via delle bollette

Le suore fanno rete e puntano al PNRR per far quadrare i conti, monasteri in ginocchio per via delle bollette
Il caro bollette, la crisi dovuta al Covid, la ripresa turistica più lenta del previsto hanno messo in ginocchio tante comunità religiose femminili: sono decine gli...

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Il caro bollette, la crisi dovuta al Covid, la ripresa turistica più lenta del previsto hanno messo in ginocchio tante comunità religiose femminili: sono decine gli ordini religiosi che si sono ritrovati in questi giorni per interrogarsi su come è possibile accedere ai fondi del PNRR per garantire solidità ai loro monasteri storici, spesso fatiscenti, altre volte trasformati in case vacanze. Una ottantina di suore si sono date appuntamento a Roma per parlare di questioni molto concrete e pratiche. “Ci siamo riunite soprattutto per condividere pratiche di fundraising e comunicazione. Abbiamo cercato di capire insieme se le nostre comunità, e soprattutto i nostri immobili, hanno accesso ai fondi del PNRR ” hanno spiegato al sito Vaticano News. Quasi tutte le suore risiedono in immobili dal valore storico, architettonico, rilevante che “con i tempi che corrono, rimangono quasi vuoti e con costi di gestione elevati. Molte comunità non riescono più a sostenerli. L’esigenza di comprendere come funziona una raccolta fondi nasce prevalentemente da questo».

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Le trappiste di Vitorchiana Serena, ad esempio, hanno raccontato del laboratorio di cosmesi e delle aziende agricole di loro proprietà con cui producono prodotti da inserire sul mercato. Dal monastero di Potenza invece è l’esperienza della cooperativa per la panificazione, ereditata da una delle religiose. E le benedettine di Sant’Anna a Bastia Umbra hanno spiegato di aver iniziato recentemente a utilizzare terreni di loro proprietà o intorno al monastero per la raccolta di olive e la coltivazione di malto, grano e altri cereali. «Sono riuscite a intercettare aziende che comprano il prodotto coltivato e lo mettono sul mercato», ha detto suor Chiara.«Lavoriamo tanto ma poi quando andiamo a vendere, non abbiamo partita IVA, non possiamo accedere ai negozi, dobbiamo sempre fare richieste di offerta libera che il più delle volte non corrisponde al costo dei materiali o al tempo di impiego».

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Il problema maggiore sono le bollette: «Ci siamo trovate come tutti gli altri a vedere anche nei mesi estivi le nostre bollette triplicate, e ancora non abbiamo acceso del tutto i riscaldamenti! Qualcuno sta cercando di tirare avanti il più possibile o di razionalizzare. Ma pensiamo alle sorelle in montagna o alle comunità con suore anziane e ammalate…». L’idea è di costituire un “cartello” in cui tutte le comunità si uniscano per contrattare con un gestore affinché tenga calmierato il prezzo dell’energia: «Speriamo bene, altrimenti staremo un po’ al freddo…».

Anche la Santa Sede è corsa ai ripari contro il caro-bollette che sarà sempre più impattante nei prossimi mesi. La Basilica di San Pietro ha avviato un progetto legato all'efficientamento energetico e all'abbattimento delle emissioni di CO2 che arriverà a compimento entro il 202».

 


 

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Il Messaggero