Pedofilia, crolla la fiducia nella Chiesa in Polonia: solo il 9% dei giovani ha ancora una buona opinione

Pedofilia, crolla la fiducia nella Chiesa in Polonia: solo il 9% dei giovani ha ancora una buona opinione
Città del Vaticano - Disastroso crollo della fiducia nella Chiesa da parte dei giovani in Polonia, la patria di San Giovanni Paolo II. Appena il 9% dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Città del Vaticano - Disastroso crollo della fiducia nella Chiesa da parte dei giovani in Polonia, la patria di San Giovanni Paolo II. Appena il 9% dei ragazzi intervistati in un recente sondaggio afferma di avere ancora una visione positiva dell'istituzione ecclesiastica. Il 47% dei giovani tra i 18 e i 29 anni è apertamente negativo nei confronti della Chiesa mentre il 44% è neutro. A dare una mazzata alla credibilità della Chiesa polacca sono stati i recenti casi di abusi che sono emersi, le coperture che hanno avuto per anni i predatori e la difficoltà delle vittime a farsi ascoltare dalle diocesi. La rabbia di conseguenza è cresciuta come dimostrano i dati del sondaggio, gettando un'ombra anche sull'eredità di Giovanni Paolo II.

 

Castità, Papa Francesco incoraggia i giovani a prenderla in considerazione

Il Covid non ferma la Davos dei cattolici, via streaming si interrogano su come cambiare l'economia

 

 

L'indagine è stata condotta da IBRiS per il giornale Rzeczpospolita, ponendo la domanda ai cittadini: Come valuterebbe il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa cattolica in Polonia?

Il 35% degli intervistati ha dichiarato di avere una visione positiva della Chiesa, il 32% una visione negativa e il 31% delle persone ha dichiarato di essere neutrale.

Tra i 18-29 anni, invece, la situazione apparsa subito diversa: il 47% degli intervistati ha dichiarato di avere un'opinione negativa della Chiesa, il 44% è neutrale e solo il 9% valuta positivamente l'istituzione.

Anche se il 90% dei polacchi è ufficialmente cattolico e oltre l'80% della popolazione si identifica come credente, la maggioranza cattolica è sempre più costretta a fare i conti con un divario – in materia di fede – tra nuove generazioni e vecchie generazioni.

Un sondaggio del 2018 del Pew Research Center aveva rilevato che i giovani adulti in Polonia sono meno propensi degli anziani ad affermare che la religione è un fattore importante nella loro vita, ad andare in chiesa ogni settimana o a pregare ogni giorno.

La Chiesa polacca si è trovata nell'occhio del ciclone nelle ultime settimane per diversi casi eclatanti. Non meno di 20 vescovi polacchi sono sotto scacco, accusati di abusi o insabbiamenti, tra cui il cardinale Stanislaw Dziwisz - da tempo segretario di Papa Giovanni Paolo II (1996-2005) e poi arcivescovo di Cracovia (2005-2016). Dziwisz ha negato con forza le affermazioni fatte alla televisione polacca di aver coperto i preti pedofili e ha anche ricevuto denaro dai Legionari di Cristo dall'ordine dei Legionari di Marcial Maciel, il religioso morto nel 2008, pedofilo conclamato.

Il cardinale ha anche respinto le accuse contenute nella relazione che il Vaticano ha pubblicato la settimana scorsa sull'ex cardinale Theodore McCarrick, e in particolare sul fatto che Dziwisz ha avuto un ruolo chiave nella carriera di McCarrick, fino a farlo arrivare all'arcidiocesi di Washington nel 2000.

Uno scandalo che gira intorno all'eredità del figlio più illustre della Chiesa polacca, Giovanni Paolo II.

 

Zona rossa: regioni Puglia, Liguria e Basilicata verso la stretta

ROMA "Al momento non c'è una crescita dell'epidemia, ma forse una leggera diminuzione". Così ieri, Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, analizzando la situazione italiana nella consueta conferenza stampa di aggiornamento ha acceso una prima flebile luce in fondo al tunnel.


 

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero