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Il Patriarca Kirill è diventato sempre più ingombrante con le sue posizioni guerrafondaie ed «eretiche». E' arrivato a circa 400 il numero dei sacerdoti della Chiesa ucraina sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca che si appellano collettivamente al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali (la piu' alta corte dell'ortodossia mondiale) per contestare il patriarca di Mosca Kirill, citandolo in giudizio. Una cosa del genere fino a qualche tempo fa sarebbe stata impensabile. I 400 sacerdoti - scrive Orthodox Times - sostengono che Kirill predica la dottrina del "mondo russo", che si discosta dall'insegnamento ortodosso e andrebbe condannata come eresia. E addebitano a Kirill crimini morali nel benedire la guerra contro l'Ucraina e sostenere pienamente le azioni aggressive delle truppe russe sul suolo ucraino. «Stiamo assistendo alle brutali azioni dell'esercito russo contro il popolo ucraino, approvate dal patriarca Kirill. Come sacerdoti della Chiesa e come semplici cristiani, siamo sempre stati e saremo sempre con il nostro popolo, con coloro che soffrono e hanno bisogno di aiuto. Sosteniamo pienamente le autorita' statali ucraine e le forze armate ucraine nella loro lotta contro l'aggressore» si legge nell'appello.
I sacerdoti ribelli ritengono inoltre che le attivita' del patriarca di Mosca rappresentino una minaccia per l'ortodossia ecumenica.
Il Patriarca Kirill è stato censurato anche dal Parlamento Europeo (assieme anche al patriarca Serbo Porfirio). In un rapporto della Commissione speciale sull’ingerenza straniera nei processi democratici dell’Unione Europea, si condannano «le azioni della Russia volte ad alimentare le tensioni etniche nei Balcani occidentali al fine di attizzare conflitti e divisioni nelle comunità. Ciò potrebbe condurre a una destabilizzazione dell’insieme della regione. La Chiesa ortodossa, in paesi come la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina, e in particolare nella Repubblica serba, tenta di presentare la Russia come protettrice dei valori familiari tradizionali e di rafforzare le relazioni fra lo stato e la Chiesa. Giudica allarmante il fatto che l’Ungheria e la Serbia siano a servizio degli obiettivi geopolitici di Cina e Russia».
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