Città del Vaticano - Il vescovo è un amministratore di Dio e non dei beni materiali, del potere, del buon vino e delle cordate. Papa Francesco torna a tuonare contro...
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Francesco ricorda ancora che un vesovo non deve essere arrogante né superbo, «non collerico e non dedito al vino, uno dei vizi più comuni al tempo di Paolo, non affarista né attaccato ai soldi. Una calamità per la Chiesa – afferma – un vescovo del genere anche se avesse uno solo di questi difetti. Capace di dare ospitalità, amante del bene, assennato, giusto, santo, padrone di sé, fedele alla Parola degna di fede che gli è stata insegnata: queste le peculiarità del servitore di Dio».
“Nella Chiesa – conclude il Papa- non si può mettere ordine senza questo atteggiamento dei vescovi”. Ciò che conta davanti a Dio non è essere simpatici, predicare bene ma l’umiltà e il servizio. Ricordando la memoria di san Giosafat, vescovo e martire, Francesco chiede preghiere per i vescovi perché “siano così, siamo così, come Paolo ci chiede di essere”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero