Donna e teologa, la love story fake di Laetitia Calmeyn: «Non accadrebbe se fossi uomo»

La foto pubblicata da Paris Match e la reazione della religiosa che vuole sporgere denuncia

Donna e teologa, la love story fake di Laetitia Calmeyn: «Non accadrebbe se fossi uomo»
Città del Vaticano – Giovane, vergine consacrata, brillante teologa e per giunta pure bella. Ce n'era abbastanza per insinuare, costruire e far decollare una...

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Città del Vaticano – Giovane, vergine consacrata, brillante teologa e per giunta pure bella. Ce n'era abbastanza per insinuare, costruire e far decollare una inesistente love story con l'arcivescovo di Parigi cacciato da Papa Francesco perchè «ha perso la fama» - così ha motivato il pontefice – e non poteva governare. Laetitia Calmeyn, la donna che era stata immortalata in due fotografie su Paris Match mentre camminava per strada con monsignor Michel Aupetit, sotto il titolo “Perso d'amore”, è passata all'offensiva. La sua risposta pubblicata da La Croix rischia di mettere in difficoltà tutti quanti. Compreso il Papa. 

 

«Due giorni fa ero davvero sotto shock, ho vissuto tutto come un trauma. E poi mi è sorta una domanda: se fosse stato un uomo, un prete, accanto al vescovo Aupetit, ci sarebbe stato lo stesso trattamento mediatico? Le donne nella Chiesa possono essere ridotte a oggetto di sospetto, fantasia, espressione di gelosia o servilismo? Tutto questo significa che nella Chiesa e agli occhi del mondo è impensabile una relazione tra un uomo e una donna vissuta in amicizia? Posso  capire che i giornalisti vogliano incontrarmi, ma questo furto di immagini e questo montaggio che suggerisce dei sospetti - mentre le cose  non stanno così - sono terribili» ha affermato.

Papa Francesco ha accettato le dimissioni di Aupetit in seguito a una vicenda di cui nessuno finora sembra conoscere tutti i particolari. Laetitia sembra adombrare quasi l'ombra di un complotto. «Come si poteva vedere dalle foto di Paris Match, tutti gli spazi erano spazi pubblici. Fa parte dell'abc della fede per una persona che ultimamente è stata estremamente martoriata, che si trova di fronte alla sua rassegnazione, a conservare spazi di amicizia per superare la prova. Non dobbiamo sbagliare punto. Dov'è lo scandalo oggi? Non certo nell'amicizia, ma nel male proiettato su quell'amicizia».

La religiosa racconta di avere dei ruoli di rilievo nella diocesi. Insegnante alla facoltà Notre-Dame del Collège des Bernardins, direttore dell'ISSR (Istituto Superiore di Scienze Religiose), nel consiglio del seminario di Parigi. 

«In un anno, sono andato alla sede dell'arcidiocesi una volta per un compleanno. Ci sono sacerdoti che hanno importanti responsabilità nella diocesi. Si potrebbe pensare di loro: “Ehi, è un uomo di potere?” Io, del resto, lungi dall'essere l'unica donna, ce ne sono altre nei vari consigli diocesani. E se mi capita di essere consultata da sacerdoti o laici su qualsiasi questione è in nome della mia competenza teologica. Si parla molto del posto delle donne nella Chiesa. Mi sembra molto importante che non sia solo in un rapporto gerarchico, ma vis-à-vis. L'ho sperimentato nel seminario: lo sguardo di una donna è ben diverso da quello di un uomo. Non sono per le quote per le donne nella Chiesa. Non è lì il problema. C'è uno sguardo femminile necessario, ma legato ai carismi».

La religiosa parla di un sistema fortemente venato da clericalismo. «Ho scoperto che il clericalismo, in parte, è molto inconscio.
Ma quello che sperimento anche quotidianamente è che la fraternità e le amicizie muovono le cose e rendono possibile vivere vere relazioni di comunione. Poco dopo il mio arrivo, un prete venne da me e mi disse: Da quando sei qui, ho trovato il mio posto. La questione del posto delle donne è importante perché anche gli uomini trovino il loro come uomini, senza necessariamente identificarsi con la loro funzione».

Di quanto accaduto Laetitia chiede giustizia. «Gli avvocati stanno esplorando tutte le possibili vie legali. Ci sarà una denuncia. Ma non abbiamo ancora definito con precisione l'oggetto di questa denuncia: violazione della privacy, diffamazione, calunnia... Dobbiamo evitare che succeda di nuovo». 



 

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Il Messaggero