Pedofilia in Francia, condannato a 8 mesi un vescovo "insabbiatore"

Pedofilia in Francia, condannato a 8 mesi un vescovo "insabbiatore"
Città del Vaticano -  Mentre in Italia il fenomeno degli abusi nella Chiesa resta ancora silente e sottotraccia, in Francia un tribunale (civile) ha condannato per la...

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Città del Vaticano -  Mentre in Italia il fenomeno degli abusi nella Chiesa resta ancora silente e sottotraccia, in Francia un tribunale (civile) ha condannato per la prima volta un vescovo a 8 mesi di prigione per avere insabbiato e non avere denunciato gli atti di pedofilia di un parroco al tribunale correzionale di Orleans. L’anziano prelato di 83 anni, monsignor André Fort, è stato giudicato colpevole, così come il sacerdote abusatore, padre Pierre de Castelet, 69 anni. Quest’ultimo è ritenuto responsabile delle aggressioni sessuali su una decina di ragazzi, durante un campo estivo del Movimento eucaristico dei giovani (Mej), di cui era direttore spirituale nei primi anni Novanta. I giudici si sono espressi severamente contro il comportamento del vescovo.


La Chiesa francese per fare luce sugli abusi coperti nelle diocesi, negli ultimi 60 anni, ha dato vita ad una commissione che, guidata da un laico, Jean Marc Sauvè, avrà il compito di setacciare gli archivi diocesani e fare luce su tanti episodi. Sauvè ha spiegato alla Afp che si tratta di un organismo totalmente indipendente sul quale l’episcopato non avrà alcuna influenza. « Il mio mandato è ampio e non comporta alcuna restrizione. I metodi di lavoro saranno determinati dalla commissione stessa, proprio per garantire imparzialità e autonomia ».  Sauvè, 69 anni, già vice presidente del Consiglio di Stato, proveniente dall’Ena, è una figura di garanzia individuata proprio per sanare la ferita dell’opinione pubblica. La commissione sarà pluridisciplinare con competenze giuridiche, diritto penale, diritto canonico, psicologia, psichiatria, storia e sociologia delle organizzazioni.

Proprio per garantire terzietà la commissione sarà composta da membri di tutte le confessioni, sia credenti che non credenti. « Avremo accesso agli archivi diocesani, potremo raccogliere testimonianze, avremo mezzi finanziari adeguati ! ».
 
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Il Messaggero