«Troppa disinformazione nella rete», l'allarme del Papa ai giovani

«Troppa disinformazione nella rete», l'allarme del Papa ai giovani
Città del Vaticano – Da Panama, dove si trova per la Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco lancia l'allarme sull'eccesso di disinformazione...

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Città del Vaticano – Da Panama, dove si trova per la Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco lancia l'allarme sull'eccesso di disinformazione che circola nel web. «Se Internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito».


Bufale, fake news, bugie, manipolazioni messe in rete ogni giorno con lo scopo di falsare la realtà, la conoscenza, orientare l'opinione. L'Sos papale è contenuto in un messaggio diffuso nella giornata delle comunicazioni sociali. «Occorre riconoscere che le reti sociali, se per un verso servono a collegarci di più, a farci ritrovare e aiutare gli uni gli altri, per l’altro si prestano anche ad un uso manipolatorio dei dati personali, finalizzato a ottenere vantaggi sul piano politico o economico, senza il dovuto rispetto della persona e dei suoi diritti. Tra i più giovani le statistiche rivelano che un ragazzo su quattro è coinvolto in episodi di cyberbullismo».


Se per la Chiesa la rete resta uno strumento prezioso, una risorsa alla quale fare riferimento, «l’ambiente mediale oggi è talmente pervasivo da essere ormai indistinguibile dalla sfera del vivere quotidiano. La rete è una risorsa del nostro tempo» ma proprio per questo, sottolinea il Papa, ha bisogno di essere sottoposta alla coscienza di ognuno. «Nel social web troppe volte l’identità si fonda sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, dell’estraneo al gruppo: ci si definisce a partire da ciò che divide piuttosto che da ciò che unisce, dando spazio al sospetto e allo sfogo di ogni tipo di pregiudizio (etnico, sessuale, religioso, e altri). Questa tendenza alimenta gruppi che escludono l’eterogeneità, che alimentano anche nell’ambiente digitale un individualismo sfrenato, finendo talvolta per fomentare spirali di odio. Quella che dovrebbe essere una finestra sul mondo diventa così una vetrina in cui esibire il proprio narcisismo».


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Il Messaggero