Covid Iraq, allarme per i contagi: ma il viaggio di Papa Francesco resta confermato

Covid Iraq, allarme per i contagi: ma il viaggio di Papa Francesco resta confermato
Città del Vaticano – L'eco delle parole del primo ministro dell'Iraq, Mustafa al Kadhimi che ha manifestato «grande» preoccupazione...

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Città del Vaticano – L'eco delle parole del primo ministro dell'Iraq, Mustafa al Kadhimi che ha manifestato «grande» preoccupazione per gli ultimi sviluppi della pandemia di Covid-19 nel paese, è arrivata in Vaticano dove è ormai tutto è pronto per realizzare il desiderio del Papa di andare a Baghdad, Erbil, Karaqosh, Ur dei Caldei dal 5 all'8 marzo prossimi. Nei giorni scorsi Francesco ha ribadito la sua ferma volontà a tornare a viaggiare per manifestare vicinanza ai cristiani perseguitati. Parlando con un gruppo di giornalisti americani della agenzia cattolica CNA ha aggiunto che andrà anche a costo di prendere un aereo di linea. Sul suo viaggio, però, incombe oggettivamente il problema della diffusione dei contagi che sta correndo più veloce del previsto in tutto l'Iraq. Al momento il viaggio resta confermato, così come il programma ufficiale che prevede anche una messa allo stadio di Erbil.

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A rilevare una ulteriore recrudescenza dei contagi dopo la fase di relativa tranquillità di dicembre e gennaio è stato il ministro della Cultura e portavoce del governo, Hassan Nazem, durante la sua conferenza stampa settimanale. Il portavoce ha anche riferito le parole del ministro della Salute, Hassan al Tamimi: "Stiamo per vivere una situazione difficile in Iraq e bisogna adottare le misure necessarie". 

Anche sul fronte della sicurezza però arrivano notizie preoccupanti. Un militare dell'esercito dell'Iraq ieri e' rimasto ucciso a seguito di un attacco effettuato dal Daesh alla periferia del distretto di Jalawla. Secondo una fonte di sicurezza citata dal portale iracheno "Shafaq", cecchini affiliati allo Stato Islamico hanno attaccato una caserma militare uccidendo un soldato. 

 Inoltre è stata aperta una inchiesta sulle violente proteste avvenute negli ultimi due giorni nel governatorato di Wasit, nell'est del Paese, che hanno causato la morte di un cittadino, ucciso da un colpo d'arma da fuoco e causato 150 feriti. Ogni giorno si registrano episodi che fanno capire quanto sia ancora magmatica la situazione generale. Due settimane fa, dopo tanto tempo, un attentato al mercato ha causato 32 morti e una settantina di feriti.

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Il Messaggero