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Città del Vaticano – E' morto di Covid, all'età di 91 anni, l'arcivescovo decano degli Elemosinieri pontifici. Era stato nominato a guidare l'Elemosineria da Giovanni Paolo II nel 1989, e poi aveva accompagnato Benedetto XVI nei primi due anni di pontificato prima di ritirarsi a Padova, in pensione.
Fu monsignor Oscar Rizzato ad avere sistemato e modernizzato l'ufficio per essere meglio al servizio dei poveri. Poco prima del Giubileo del 2000, d'accordo con Wojtyla, aumentò il costo delle benedizioni papali, maggiorandole di mille lire (da 4 a 5 mila lire): si trattava del contributo richiesto a una serie di enti e negozi di Borgo Pio convenzionati con l'Elemosineria Apostolica da versare per ogni copia del diploma di benedizione venduta a fedeli e turisti.
L'aumento era stato determinato dalla difficoltà di fare fronte al sempre più grande numero di poveri. Nei negozi di Borgo Pio, i prezzi al pubblico andavano dalle 18 mila lire per il formato minimo a 41 mila lire per quello di maggiori dimensioni. Oggi, invece, con Papa Francesco, tutto è stato centralizzato dall'Elemosineria che gestisce ogni passaggio, evitando vendite esterne.
L'elemosiniere Rizzato era molto legato al 'Movimento dell'amore famigliare' che spesso organizzava a san Pietro veglie di preghiera per la difesa della vita.
Rizzato è morto in ospedale a Padova, poche settimane prima del suo novantaduesimo compleanno. Era nato l’8 febbraio 1929 in un piccolo paese veneto. Compiuti gli studi classici nel seminario locale e ordinato prete nel 1954 era stato vicerettore e insegnante nel seminario minore. Dal 1957 al 1961 aveva frequentato la facoltà di Lettere e filosofia all’Università degli studi di Padova, conseguendo la laurea in archeologia cristiana.
Durante il pontificato di San Giovanni XXIII, era stato chiamato a Roma, iniziando il servizio in Segreteria di stato come addetto d’archivio e come aiutante di studio della Segreteria delle Lettere latine. Fu Giovanni Paolo II a nominarlo successivamente Elemosiniere.
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Il Messaggero