Città del Vaticano - L'Iran degli Ayatollah chiede aiuto a Papa Francesco per far togliere l'embargo americano in un momento in cui il Paese sciita è il...
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La richiesta è di fare leva sul soft power di cui gode il pontefice per un suo intervento presso gli Stati Uniti d'America al fine di affrontare in modo adeguato la pandemia.
La lettera è stata consegnata al viceministro degli Esteri Abbas Arakchi e recapitata all'ambasciatore iraniano in Vaticano con preghiera di trasmetterla al "leader cattolico mondiale", Papa Francesco.
Nella lettera, Mohaghegh Damad descrive le sofferenze di bambini e anziani. Sofferenze, si legge nel documento, amplificate dalle sanzioni governative americane «che incidono direttamente sul benessere e sulla vita del popolo iraniano privato dei loro diritti naturali» e dalla legittima possibilità e diritto a difendersi.
Le autorità dell'Iran in questi giorni hanno lanciato diversi appelli alla popolazione a restare a casa nel tentativo di arginare la diffusione del coronavirus in uno dei Paesi più colpiti.
I casi di coronavirus in Iran sono saliti a 13.938 casi. Lo ha reso noto il portavoce del ministero della salute, Kianoush Jahanpour, parlando in Tv. Le persone guarite - ha aggiunto - sono invece 4.790. I decessi nel Paese, secondo gli ultimi aggiornamenti dei media internazionali, sono saliti a 724 registrando un aumento di 113 casi in un giorno.
Rick Brennan, direttore delle operazioni di emergenza per il Mediterraneo orientale dell'Organizzazione mondiale della Sanità, ha detto a Reuters che i numeri forniti dal regime potrebbero rappresentare solo un quinto del numero reale di contagi. Il motivo è che i test sono limitati ai casi gravi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero