Città del Vaticano – La proposta è originale, soprattutto davanti alla pandemia del corona-virus: il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio...
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«Il coronavirus 2019-nCoV si sta diffondendo nel mondo, generando una sindrome del contagio universale. Il sistema di interconnessione planetaria dell’umanità ci fa sperimentare una condizione paradossale: più siamo connessi, più il contatto si può trasformare in contagio; la comunicazione in contaminazione; le influenze in infezioni» scrive padre Spadaro.
Nell'articolo del periodico che rispecchia le posizioni della Santa Sede e le chi bozze vengono lette in Segreteria di Stato si legge: «L’apocalisse è a portata di mano. Scattano gli anticorpi, che impazziscono e si trasformano in sistema immunitario nei confronti di tutto ciò che temiamo di non riconoscere e di non riuscire a controllare. Il virus è ormai da tempo figura dell’immaginario: sin dalle piaghe bibliche fino alla peste dei Promessi Sposi e agli attacchi informatici. I confini dell’anima si restringono con la scoperta della nostra vulnerabilità».
Ecco le spiegazioni. «Quali i sintomi del virus? La reazione immunitaria che ci fa percepire il contatto con l’altro, il diverso, come un rischio di contagio si va radicando nelle nostre società e prende varie forme: una concezione angustamente securitaria che comprime i diritti di libertà e lo Stato di diritto; il sovranismo inteso come l’opposto di una politica estera imperniata sul multilateralismo e sull’Europa; l’ostilità verso l’integrazione; l’uso politico del cristianesimo ridotto a religione civile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero