Vaticano, l'abete di 113 anni «abbattuto per far crescere la foresta di Andalo e catturare più Co2»

Vaticano, l'abete di 113 anni «abbattuto per far crescere la foresta di Andalo e catturare più Co2»
Città del Vaticano – L’abete delle Dolomiti, un magnifico esemplare secolare, di ben 113 anni, abbattuto nelle foreste del Trentino, ora addobbato con...

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Città del Vaticano – L’abete delle Dolomiti, un magnifico esemplare secolare, di ben 113 anni, abbattuto nelle foreste del Trentino, ora addobbato con seicento bellissime artistiche sfere di legno create a mano dal circolo pensionati «Bell’età» di Andalo, si alza maestoso verso il cielo a fianco dell'obelisco in piazza san Pietro.

 

Il sindaco di Andalo, Alberto Perli è a Roma per l'udienza con il Papa e per presenziare alla suggestiva cerimonia di accensione prevista per domani pomeriggio. Perli ne approfitta per stemperare le polemiche che nei giorni scorsi avevano travolto l'abete abbattuto ed erano state sollevate da alcuni ambientalisti. Si chiedevano perché tagliare un abete centenario e sacrificarlo per il Natale. Il sindaco Perli spiega che quell'abete è stato scelto per permettere alla foresta di avanzare e crescere. Il ciclo della natura. 

Non è un controsenso abbattere un abete centenario visto che la Laudato Sì incoraggia a piantare gli alberi e non a farli morire?

«Apparentemente potrebbe sembrare ma non è cosi. Per noi è una emozione donare questo vecchio albero a Francesco. Se è stato scelto esistono delle ragioni oggettive, quasi obbligate, che prevedono il ricambio degli alberi nella foresta»

In che senso?

«Prendiamo questo esemplare. Ha 113 anni e fa parte della foresta di Andalo, una grande area boschiva sostenibile che viene monitorata e certificata da un istituto internazionale. Il lavoro svolto riguarda una mappatura degli abeti. In pratica si analizzano le aree in cui è possibile tagliare gli alberi che stanno finendo il loro ciclo per dare spazio ai nuovi alberi che stanno crescendo e hanno bisogno di nutrimento e di luce. E' importantissimo». 

Come avvengono queste certificazioni?

«Sono molto rigorose e non vengono fatte a caso. Gli abeti centenari vanno prelevati per lasciare spazio a quelli piccoli, il ricambio della foresta è un meccanismo assai delicato. La scelta di pianificare ha permesso alla zona boschiva di Andalo di crescere, di avanzare di anno in anno, con alberi nuovi. Da noi non c'è la deforestazione, al contrario. Grazie a questo percorso le foreste sono aumentate di superficie. Infine c'è un altro aspetto...»

Quale?

«Questo abete maturo non solo ha lasciato spazio a tre abeti, ma il ricambio ha permesso di catturare più anidride carbonica.Crescendo gli alberi mangiano la C02. Il ciclo naturale va gestito con attenzione».

 

 

 

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Il Messaggero