Città del Vaticano – Migrazioni, povertà, crisi climatica. Papa Francesco e il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres hanno registrato assieme un...
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E' la prima volta nella storia che un pontefice e un rappresentante dei vertici delle Nazioni Unite si fanno interpreti e portatori di un medesimo discorso. La registrazione congiunta è avvenuta in Vaticano dopo l'udienza generale di Guterres che è durata circa 40 minuti. Il testo verrà diffuso in giornata.
Poco prima di partire per l'Europa l'alto rappresentante del Palazzo di Vetro ha spiegato di volere incontrare Bergoglio per sostenerlo per il suo lavoro a favore dei rifugiati, del disarmo e dell'ambiente. «Attraverso il suo lavoro, il Papa sta contribuendo al raggiungimento di molti dei nostri obiettivi, inclusi quelli per lo sviluppo sostenibile, la lotta ai cambiamenti climatici e la promozione di una cultura di pace. Costruire ponti è una buona analogia e, mentre discutiamo dei problemi che ho appena menzionato, spero di esplorare come possiamo aumentare la nostra collaborazione per fare proprio questo: costruire ponti per ottenere più risultati per le persone che ne hanno più bisogno».
Due giorni fa Guterres a Roma, tra le pochissime cose in agenda, ha voluto visitare il Maxxi - vero e proprio pensatoio culturale nazionale - per vedere una mostra intitolata "La Materia Spirituale dell'arte" dove sono esposte opere che parlano delle migrazioni e della crisi climatica.
Dopo la visita Guterres su Twitter ha affermato che è bello vedere artisti di diversa natura esplorare la spiritualità. «L'arte esprime emozioni, sentimenti e può anche esprimere la nostra umanità e la ricerca di un significato e appagamento più profondo». Davanti alle opere di Yoko Ono e di un artista africano, Konate Ma Alon, Guterres avrebbe manifestato grande preoccupazione per il fallimento della Cop25 di Madrid, affermando che gran parte del fallimento è addebitabile al clima di sfiducia internazionale che si è venuto a creare con il presidente Trump. L'Europa, secondo il presidente dell'Onu, avrebbe ancora parecchie carte da giocare e dovrebbe allargare la visuale a Russia e Cina, entrambe aree interessate e attente ad aprire un discorso più possibilista sul fronte ambientale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero