Livatino, Papa Francesco ai magistrati: il beato sia da esempio a difendere la legalità

Livatino, Papa Francesco ai magistrati: il beato sia da esempio a difendere la legalità
Città del Vaticano – «Rosario Livatino sia esempio e stimolo per tutti i magistrati a essere leali difensori della legalita' e della...

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Città del Vaticano – «Rosario Livatino sia esempio e stimolo per tutti i magistrati a essere leali difensori della legalita' e della libertà». Papa Francesco scandisce bene le parole e da piazza San Pietro si rallegra per la beatificazione del giudice “ragazzino” che è appena avvenuta in Sicilia. Livatino venne ucciso dalla mafia nel 1990, a soli 38 anni, ma con già 12 di servizio nella magistratura: era inviso alle cosche per le sue posizioni intrasigenti, la fama di incorruttibile e difensore della legalità, in una regione, la Sicilia, infiltrata dalla mafia ad ogni livello. 

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«E' stato un giudice integerrimo che non si è lasciato mai corrompere. Si è sforzato di giudicare non per condannare ma per redimere. Il suo lavoro lo poneva sempre sotto la tutela di Dio, per questo è diventato testimone del Vangelo, fino alla morte eroica» ha detto il pontefice.

La cerimonia è avvenuta in un clima di festa ma nello stesso tempo di timore, la città è blindata, secondo quanto riporta l'Ansa. Un suo collega commenta che Livatino era molto impegnato culturalmente, era riservatissimo e aveva intuito i legami tra mafia e politica» spiega l'ex presidente del tribunale agrigentino Luigi D'Angelo. «Scrisse un libricino che ora sarebbe fondamentale come codice etico della magistratura. Da una fattura falsa - ha ricordato - arrivo' a provare il rapporto tra mafia, imprenditoria e politica e intui' l'importanza del lavoro in pool». 

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«Per la Chiesa è un martire credibile oltre che un grande testimone della fede che è morto perdonando i suoi uccisori». Nella cattedrale di Agrigento il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per il Santi si è unito alla preghiera dei fedeli che, in una intenzione dedicata alle vittime delle mafie, recitava: «Per i magistrati e gli operatori della giustizia, perche' sull'esempio del beato Rosario Angelo Livatino, sappiano essere autentici operatori di equita' e di pace». 

Semeraro ha poi ricordando quelle tre lettere “STB, Sub Tutela Dei”, che Livatino «scriveva in pagine particolari e qualche volta l’ha scritto sovrastato dal segno della Croce». Insomma ,un eroe della legalità oltre che un martire. «E' il primo magistrato beato nella storia della Chiesa era un uomo innamorato di Dio, dei suoi genitori e della giustizia, che cercava la normalità del bene e aveva fatto voto di “camminare sempre sotto lo sguardo del Signore». 


 


 

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Il Messaggero