Città del Vaticano – L'inviato del Papa in Libano, il cardinale Pietro Parolin, arrivato a Beiruth per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica al popolo...
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«Certo, nessuno può vivere in una situazione in cui si teme che la propria vita e quella dei propri cari possa essere minacciata in qualsiasi momento». Bisogna avere «il coraggio di gridare insieme: "basta". La nostra sofferenza può aiutarci a purificare le nostre intenzioni e a rafforzare la nostra determinazione a vivere insieme in pace e dignità».
Il segretario di Stato cita poi alcuni documenti papali per mettere il dito nella piaga: «quando l'esercizio del potere politico mira solo a proteggere gli interessi di pochi privilegiati, il futuro è compromesso e i giovani possono essere tentati di perdere la fiducia, poiché sono relegati ai margini della società senza la possibilità di contribuire a costruire il futuro».
Infine l'appello ai leader libanesi, ai partiti tradizionali come anche ai movimenti di nuova formazione. «Nessuno deve manipolare i sogni delle giovani generazioni, ma piuttosto facilitare la partecipazione attiva dei giovani alla costruzione della società. Insieme ricostruiremo Beirut! Dio vi benedica! ».
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Il Messaggero