Il cardinale Parolin a Beirut: serve un migliore governo che favorisca trasparenza e responsabilità

Città del Vaticano – L'inviato del Papa in Libano, il cardinale Pietro Parolin, arrivato a Beiruth per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica al popolo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Città del Vaticano – L'inviato del Papa in Libano, il cardinale Pietro Parolin, arrivato a Beiruth per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica al popolo libanese dopo l'esplosione devastante del mese scorso, porta subito l'attenzione a come ricostruire il paese secondo criteri  legati alla solidarietà,  giustizia e trasparenza. Lo dice chiaramente nel discorso fatto nella cattedrale quando parla del bisogno di «lottare per un migliore governo che favorisca la responsabilità, la trasparenza e la responsabilità. Insieme possiamo sconfiggere la violenza e ogni forma di autoritarismo, promuovendo una cittadinanza inclusiva basata sul rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali». Il Papa ha indetto per oggi una giornata di digiuno e di solidarietà. «Non siete soli» ha ripetuto Parolin ai libanesi, incontrando la società civile, il presidente Aoun, i vescovi e le autorità.


«Certo, nessuno può vivere in una situazione in cui si teme che la propria vita e quella dei propri cari possa essere minacciata in qualsiasi momento». Bisogna avere «il coraggio di gridare insieme: "basta". La nostra sofferenza può aiutarci a purificare le nostre intenzioni e a rafforzare la nostra determinazione a vivere insieme in pace e dignità».

Il segretario di Stato cita poi alcuni documenti papali per mettere il dito nella piaga: «quando l'esercizio del potere politico mira solo a proteggere gli interessi di pochi privilegiati, il futuro è compromesso e i giovani possono essere tentati di perdere la fiducia, poiché sono relegati ai margini della società senza la possibilità di contribuire a costruire il futuro». 

Infine l'appello ai leader libanesi, ai partiti tradizionali come anche ai movimenti di nuova formazione. «Nessuno deve manipolare i sogni delle giovani generazioni, ma piuttosto facilitare la partecipazione attiva dei giovani alla costruzione della società.  Insieme ricostruiremo Beirut! Dio vi benedica! ».


  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero