Città del Vaticano - L'Idi – l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata – uno degli ospedali religiosi sotto l'ombrello del Vaticano è di...
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La lettera porta la data degli inizi di aprile ed è indirizzata al presidente Leozappa e al direttore sanitario Annarita Panebianco. «Non avremmo mai immaginato di doverci trovare costretti a scrivere una lettera come questa e ciò perchè mai avremmo potuto immaginare che poteste arrivare al punto in cui ci troviamo ora». Dai vertici dell'istituto fino ad oggi non sono arrivati segnali di distensione o di ravvedimento, e tanto meno dal Vaticano anche se Papa Francesco ha sempre affermato (l'ultima volta la scorsa settimana durante una riunione con i capi dicastero della curia) che i lavoratori vanno tutelati.
Eppure all'Idi qualcosa pare non andare per il verso giusto. Donato Menichella, segretario dell'Anmirs (associazione dei medici degli istituti religiosi) taglia corto: «l'Idi è in evidente mancanza di liquidità. A mio parere la situazione che si è venuta a creare non è proprio bella. E' stato fatto un reparto Covid che è rimasto in funzione per poco e ha rallentato tutta l'attività e poi ci sono da pagare delle rate vecchie e questo crea sofferenze forti. Solo che tutto questo non può gravare sui medici».
Nella lettera i medici non vanno troppo per il sottile. «Voi avete deciso che proprio in questo momento fosse il momento migliore per sferrare nei confronti del medici l'attacco più duro che abbiano mai ricevuto nei vostri ospedali». Come in un crescendo il braccio di ferro ha prodotto ulteriori incomprensioni fino alla decurtazione e modifica di alcune voci dello stipendio. «Una cosa discriminatoria e ingiusta».
«Se ci è consentita una similitudine ci state prendendo a schiaffi con le mani dietro la schiena, nel momento in cui male armati, a mezza paga ci spedite al fronte con gli ufficiali tutti degradati a fronteggiare il mortale nemico». Ora la vicenda arriverà sul tavolo del Papa.
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Il Messaggero