Teologa tedesca attacca il Papa: «Sulla guerra continua a non prendere una posizione netta, stessa reticenza di Pio XII con il nazismo»

Teologa tedesca attacca il Papa: «Sulla guerra continua a non prendere una posizione netta, stessa reticenza di Pio XII con il nazismo»
Città del Vaticano – Non si spengono nè in Germania nè in Polonia le critiche al Papa per la scelta fatta il giorno del Venerdì Santo,...

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Città del Vaticano – Non si spengono nè in Germania nè in Polonia le critiche al Papa per la scelta fatta il giorno del Venerdì Santo, quando alla via Crucis ha scelto di affiancare una donna ucraina e una russa, entrambe simbolicamente incaricate di portare il peso della croce della guerra. A far ridecollare le polemiche, al 61esimo giorno di guerra, è una nota teologa, Elzbieta Adamiak, docente alla università tedesca di Coblenza e Landau che analizzando la risposta finora data da Papa Francesco alla guerra, annota uno sbilanciamento incomprensibile. «A parte un fermo rifiuto alla violenza, la posizione del Papa non rivela alcuna distinzione tra la parte attaccata e quella attaccante della guerra, tra aggredito e aggressore» ha scritto Adamiak in un dotto saggio pubblicato sul sito "feinschwarz.net", e riportato dalla agenzia dei vescovi tedeschi. In questo modo, a suo parere, le dichiarazioni papali non fanno altro che continuare la tradizione di reticenza vaticana «verso i sistemi totalitari del XX secolo». Il riferimento palese è a Pio XII che non ha mai condannato pubblicamente il nazismo (perchè temeva ritorsioni sui cattolici).

 

Ucraina, teologa tedesca attacca il Papa

 

Il fatto di non aver ancora distinto in modo netto le vittime da parte ucraina e russa è stato palese durante la cerimonia di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria quando Francesco ha raccomandato tutta l'umanità, specialmente la Russia e l'Ucraina, alla protezione celeste. Un atto di consacrazione del genere, secondo Adamiak, solleva teologicamente parecchie questioni soprattutto quando ha pregato a nome di tutti i popoli. «Peccato che quel 'noi' contenuto nella preghiera fosse anche per chi è indiscriminatamente colpevole. Ma che colpa hanno i civili ucraini assassinati? Che colpa hanno le donne violentate dai soldati russi e i bambini traumatizzati dalla guerra di aggressione russa?» Perché, dunque, parificare l'aggredito e l'aggressore?

Adamiak ha anche manifestato il suo sconcerto davanti agli sforzi  costanti del Papa a stabilire un contatto con il patriarca di Mosca, Kirill. La nota teologa si chiede poi se Francesco non abbia mai letto le dichiarazioni del patriarca russo sotto un profilo più critico e obiettivo. 

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Il Messaggero