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BANGKOK Il Vietnam ha vietato a un prete cattolico di espatriare e raggiungere il Giappone per partecipare alla messa di Papa Francesco. Padre Nguyen Din Thuc non è un prete qualsiasi. E' il simbolo della Chiesa che lotta per proteggere l'ambiente, in particolare i pescatori dei villaggi vietnamiti più sperduti.
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Il sacerdote è stato accusato dal governo comunista di Hanoi di creare problemi alla sicurezza nazionale.
Per questo le autorità lo hanno bloccato: «per proteggere la sicurezza nazionale e l'ordine sociale». C'è scritto proprio così sul documento rilasciato dall'ufficio immigrazione che attesta l'impossiblità del parroco e di 12 altri sacerdoti di lasciare il Vietnam. La notizia è stata resa nota dall'agenzia Afp e riportata dal Bangkok Post, sottolineando come il governo vietnamita abbia rapporti “ombrosi” con il Vaticano, con il quale sono in corso da oltre un decennio estenuanti colloqui diplomatici nel tentativo di arrivare al ripristino delle relazioni che si erano interrotte con l'avvento del comunismo. Padre Thuc non può espatriare dal 2017.
«Il motivo di questo divieto è che aiuto la povera gente e lotto assieme a queste persone perchè abbiano una vita migliore» ha detto il prete. Da tempo il suo attivismo si concentra sul disastro ambientale in corso in alcune zone costiere, interessate ad uno sfruttamento devastante e all'avvelenamento delle acque ai danni delle piccole comunità locali. «Il governo in questo modo sta violando il mio diritto di movimento, che fa parte dei diritti fondamentali dell'uomo, come quello della libertà di religione e coscienza» ha aggiunto il sacerdote.
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Il Messaggero